Le bare dei due fratellini morti annegati - ANSA
C’è un primo indagato nell’inchiesta per la morte dei due fratelli romeni Daniel e Stefan. Si tratta del proprietario dell’azienda agricola in località Fonterosa dove si trova la vasca irrigua nella quale i due piccoli di sei e sette anni sono affogati nel pomeriggio di due giorni fa. L’accusa è di omicidio colposo in quanto, come si legge nel comunicato della Procura di Foggia, “l’area dove insiste la vasca di raccolta acque, posizionata a 20 metri dall’abitazione in uso al nucleo familiare, seppur recintata, in più punti presentava aperture che consentivano un facile accesso”. In altre parole il proprietario, che è anche datore di lavoro del padre dei due bambini, è accusato di “omessa custodia e vigilanza dei luoghi dai quali si accede allo specchio d’acqua”.
La notizia dell’indagato è arrivata proprio mentre si svolgeva il funerale dei due bambini, celebrato dall’arcivescovo, padre Franco Moscone, nella cattedrale di Manfredonia. Delle esequie si è fatta carico la Caritas diocesana, mentre i servizi sociali del comune, insieme all’Asl e al consultorio, stanno seguendo la famiglia sotto il profilo psicologico. Sostegno della Chiesa e delle istituzioni, meno della cittadinanza, come ha sottolineato l’arcivescovo durante l’omelia. «Non mi aspettavo che oggi qui ci fosse poca gente. Evidentemente Manfredonia ha tante ferite da guarire», ha detto padre Franco evidenziando la scarsa partecipazione della popolazione ai funerali.
In chiesa, infatti, vi erano poche persone.
Presenti, invece, il sindaco Gianni Rotice, che aveva indetto il lutto cittadino e il Questore di Foggia Ferdinando Rossi. La celebrazione, che ha visto il rito cattolico e nella parte finale quello ortodosso, è iniziata in ritardo perché la mamma dei due bambini ha accusato un malore ed è stata accompagnata in una delle ambulanze che sono state predisposte fuori la cattedrale. Il personale del 118 è intervenuto anche per dare assistenza al padre e alla figlia di otto anni che continuava a piangere. E proprio del futuro di questa famiglia si è preoccupato l’arcivescovo, facendo un appello alle istituzioni. «Il dolore della famiglia è troppo forte. Non possono tornare a vivere in quel podere. Le istituzioni trovino per questa famiglia una nuova abitazione e un nuovo lavoro».
La Procura non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sui due corpi poiché gli accertamenti medico legali non fornivano elementi idonei per formulare ipotesi diverse dall’annegamento. Resta da capire come mai i fratellini abbiano deciso di avvicinarsi alla vasca. Resta l’ipotesi che cercassero un po’ di refrigerio, viste le temperature molto elevate che in questi giorni si registrano in provincia di Foggia. Anche se, come si legge nel comunicato della Procura, sono stati trovati completamente vestiti. Ma l’indagine potrebbe andare oltre il proprietario del terreno.
Gli investigatori sottolineano come nel Foggiano siano tantissimi i vasconi per l’irrigazione e tutti molto pericolosi. I teloni in plastica col tempo si ricoprono di fango e sostanze vegetali scivolosissime. Anche per gli stessi agricoltori. Infatti, come è stato accertato, sarebbe obbligatorio mettere sui bordi delle funi per aiutare la risalita in caso di caduta. Ma non lo si fa quasi mai e certamente a Fonterosa non c’erano e, soprattutto, la recinzione era bucata in più punti. Ora l’inchiesta oltre alle responsabilità individuali dovrà accertare anche se esistano regole precise su questi vasconi, su autorizzazioni e prescrizioni, e se vengano effettuati controlli.