sabato 17 giugno 2023
Le immagini, girate da un mercantile mostrano il mare calmo e il barcone fermo. Nella versione greca i migranti stavano proseguendo rifiutando gli aiuti
Il barcone affondato nel Peloponneso, davanti a Pylos, mercoledì scorso: 104 i superstiti e 78 i corpi senza vita recuperati. A bordo c’erano almeno 700 persone, decine e decine di bambini

Il barcone affondato nel Peloponneso, davanti a Pylos, mercoledì scorso: 104 i superstiti e 78 i corpi senza vita recuperati. A bordo c’erano almeno 700 persone, decine e decine di bambini - ANSA

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C’è chi soccorre e salva, la Guardia costiera italiana e le Ong. C’è chi non soccorre, ignora e fa morire, la Grecia. La conferma, oggi, con un lungo, difficile e pericoloso soccorso di una barca con 96 persone, operato dai nostri marinai. E col salvataggio di altri 117 immigrati realizzato da Open arms. Due buone notizie, due operazioni eseguite con impegno ed efficacia.

Mentre emerge sempre più che la strage di Pylos è stata il drammatico e colpevole esito dei “non soccorsi”. Con un video che dimostra con chiarezza come il peschereccio fosse fermo, con mare calmo, in attesa di soccorsi. Invece si sono avvicinati solo mercantili, lanciando con una fune pacchi di acqua in bottiglia. Quindi non una fune per trainare.

Il video, pubblicato sul sito defenceline.gr, è stato fatto da uno dei mercantili e smentisce la versione greca. Anche fonti italiane assicurano, coi tracciati in mano, che in quell’area non c’era nessuna imbarcazione militare greca.

Ecco il video:

E proprio dal mar Egeo veniva la barca invece soccorsa ieri dai marinai italiani. Rotta turca, quella della strage di Cutro. Era stata avvistata da un aereo della Guardia di Finanza in area Sar greca a 114 miglia da Pylos. Ma questa volta a intervenire venerdì pomeriggio è stata la motovedetta della Guardia costiera italiana Cp 311 che ha raggiunto la barca a vela a circa 123 miglia nautiche dalla costa calabrese.

In un primo momento, come si legge in un comunicato della Guardia costiera, «a causa delle proibitive condizioni del mare e dell’ingente numero di persone a bordo, non è stato possibile effettuare in sicurezza il trasbordo dei migranti sulla motovedetta, nonostante la presenza di un’unità mercantile impegnata a creare ridosso per lo svolgimento delle operazioni». Così alcuni militari «sono saliti a bordo della barca a vela con l’obiettivo di tranquillizzare gli occupanti, governare l’unità e cercare di mantenere una posizione più ridossata, per permettere l’affiancamento ad opera della motovedetta».

Grazie anche all’intervento di un pattugliatore portoghese di Frontex si è riusciti all’alba a operare il trasbordo. «Una donna, caduta in mare durante le prime fasi concitate dell’attività, è stata subito recuperata dai soccorritori marittimi della Guardia costiera e portata a bordo della motovedetta». Che, sempre “scortata” da un mercantile, ha raggiunto il porto di Roccella Jonica alle 12.30. Il lungo e particolareggiato comunicato, con un video che conferma «le proibitive condizioni del mare» e le difficoltà dell’intervento, sembra voler dire “guardate come si fanno i soccorsi”, in raffronto a quanto accaduto nell’Egeo.

Con quest’ultimo è salito a 21 il numero degli sbarchi, nel solo Porto di Roccella, nel 2023, per un totale complessivo di circa 3mila e 500 immigranti. Nello stesso periodo lo scorso anno erano stati poco più di mille. Veniva invece da Sabrata, Tripolitania, la barca in legno con 117 persone (25 donne e 31 minori) soccorsa dalla nave Open Arms. «Loro potranno vivere e avere un futuro - afferma l’Ong -. Abbiamo compiuto la nostra missione: proteggere la vita e difendere i diritti di ciascun essere umano». Non è stato così per i 78 morti accertati e gli oltre 500 dispersi del peschereccio affondato nell’Egeo. Sono andate avanti, senza successo, le operazioni di ricerca. E intanto uno dei 9 arrestati come presunti scafisti, ha confessato di aver ricevuto denaro per eseguire lavori sulla nave “Adriana” durante il viaggio dalla Cirenaica ma di non essere un “membro chiave” della rete di trafficanti. Mentre gli altri otto arrestati, tutti egiziani, negano ogni responsabilità.

Crescono invece le prove sulla mancanza di soccorsi. Un video girato da un membro del primo mercantile che si è avvicinato al peschereccio smentisce la versione della Guardia costiera ellenica. Le immagini mostrano l’imbarcazione dei migranti verso il tramonto: il mare è calmo e il peschereccio fermo. Il meteo, dunque, avrebbe favorito un intervento di salvataggio, mentre la quasi immobilità del mezzo si scontrerebbe con la versione greca secondo la quale i migranti stavano proseguendo rifiutando i soccorsi. La nave si sarebbe trovata invece in situazione di distress, difficoltà, che avrebbe dovuto portare all’intervento dei soccorsi.

E in serata scatta un nuovo allarme. Due motovedette della Guardia costiera sono partite da Pozzallo e da Siracusa per raggiungere un’imbarcazione in difficoltà, a bordo della quale ci sarebbero oltre cento migranti. La zona di intervento è a circa 150 miglia nautiche a sud di Pozzallo.

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