martedì 27 agosto 2019
Intervista al presidente del Forum delle famiglie: «Ai partiti ho ricordato il tema dell’assegno unico per figlio. Sarebbe un buon inizio per risolvere molti problemi»
Gigi De Palo (Archivio Siciliani)

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Italia Paese di un’eterna tela di Penelope. Gianluigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle Famiglie, non nasconde la sua preoccupazione. «Ma quale futuro possiamo avere se i governi durano mediamente un anno? Non si può programmare nulla. Tanto meno le sempre più indispensabili politiche familiari che per essere messe in campo hanno bisogno almeno di un lavoro di due anni. E questo va a scapito delle future generazioni».

Dunque, qual è il messaggio del Forum per il prossimo governo?

Dato che si è alla ricerca di argomenti condivisi per il programma, in queste ore ho mandato messaggi a tutto l’arco costituzionale e ho ricordato ai diversi partiti che tra questi argomenti c’è il tema dell’assegno unico per figlio, sul quale M5s si era detto d’accordo, il Pd nei fatti anche, la Lega aveva mostrato attenzione, così come Forza Italia e Fratelli d’Italia.

A parole è sempre così, poi però non si fa niente e magari con la scusa che non ci sono le risorse.

Ma in questo caso le risorse ci sono. Si tratta solo di redistribuirle in maniera diversa.

Quale sarebbe il vantaggio?
Pensiamo agli assegni familiari. Oggi vengono dati in base alla tipologia dei contratti di lavoro. E così abbiamo il paradosso che chi è fra i trenta e i quarant’anni e magari ha un lavoro atipico e dei figli non li percepisce. L’assegno unico per figlio ha il vantaggio di superare questa disparità e di premiare quella fascia di età che in Italia fa figli, sottolineando inoltre il concetto che il figlio è un bene comune. Come del resto avviene in tutta Europa, tranne che nel nostro Paese.

Questa proposta vale anche per un governo che uscisse da eventuali elezioni e non da un accordo tra M5s e Pd?

Naturalmente. Ma in questo caso perderemmo altro tempo, perché non credo che il governo nascente avrebbe il tempo di fare una legge di stabilità includendo una simile novità. Quello che più mi preoccupa è che si sta giocando sulla pelle degli italiani e delle famiglie in particolare. Ci sono urgenze reali e da tutti riconosciute, ma non si riesce a darvi risposta. E per questo c’è bisogno di politici capaci di passare alla storia, non solo di farsi rieleggere. In altri termini la politica deve tornare a fare ragionamenti di lungo periodo, a costruire piuttosto che a litigare.

Proseguendo nella lista dei temi da inserire in un programma di governo, quali altri argomenti il Forum segnala all’atenzione delle forze politiche?

Il lavoro è di fondamentale importanza. E connesso c’è il tema dei giovani. Non possiamo permetterci il lusso di esportare cervelli e pancioni. Coniugare lavoro e attenzione ai giovani significa anche fronteggiare il gravissimo problema della denatalità. Non è vero che il nostro è un Paese sterile, piuttosto è stato coltivato male e i giovani non sono messi nelle condizioni di procreare. Inoltre non si può spendere quasi il 60 per cento delle risorse sociali sulle pensioni e solo il 5,8 per cento su famiglia e figli. Occorre rivedere questa spesa, proprio per consentire ai giovani di creare risorse per far vivere bene anche gli anziani.

In questo panorama il mondo cattolico rischia di fare da spettatore?

Non mancano le proposte, ma non basta fare i manifesti e raccogliere le firme. In politica il consenso è direttamente proporzionale ai piedi che riesci a lavare, cioè ai problemi cui dai risposta in un determinato periodo e in un determinato territorio. Se oltre a ragionamenti alti, si riuscirà ad andare in questa direzione, mettendo in rete le realtà (e sono tante) che già lo fanno egregiamente, non c’è forza maggiore, in Italia, del mondo cattolico.

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