Genitori e figli nel Centro Famiglia della diocesi di Treviso
Infertilità, una diagnosi che diventa ansia e sofferenza per tutte le coppie che desiderano un figlio. Ne soffre il 10-15 per cento. Almeno 50 milioni nel mondo. Molte si rassegnano, altre si rivolgono alla fecondazione assistita. Una percentuale esigua accetta di aprirsi ad altre forme di fecondità, come l’adozione o l’affido. Ecco perché l’infertilità, oltre che un problema medico, è interrogativo sociale che si collega direttamente al drammatico inverno demografico, ma anche inciampo relazionale. Oggi la maggior parte delle coppie, di fronte a una diagnosi di infertilità, viene sollecitata più o meno esplicitamente a tentare con la procreazione medicalmente assistita (pma). Percorso che, al di là dei problemi etici, assicura un esito favorevole soltanto in un’esigua percentuale di casi. Secondo i dati ministeriali la possibilità di mettere al mondo un bambino si verifica in una percentuale variabile dall’11 al 16%, in base alle diverse tecniche adottate. Eppure la pma non è l’unica strada. Esistono percorsi di fertilità naturale scientificamente validati che assicurano migliori percentuali di successo.
Va proprio in questa direzione il progetto messo da punto dal Centro famiglia di Treviso, istituto scientifico e pastorale promosso dalla diocesi, che ha trovato l’appoggio dell’azienda sanitaria locale. «Abbiamo messo a punto un’intesa per un servizio alle coppie infertili – spiega don Francesco Pesce, direttore del Centro famiglia – sulla base di due protocolli operativi con l’Azienda socio-sanitaria Marca Trevigiana e l’Istituto Scientifico Internazionale di Roma. In questo modo, si sono trovati a lavorare insieme l’unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale civile di Treviso, psicologi e psicoterapeuti del servizio di psicologia clinica del Centro della Famiglia, e, in un secondo momento, i professionisti del Consultorio familiare socio-sanitario nato nel 2018 presso il nostro Centro». Non si tratta di 'fare concorrenza' alla pma e neppure di giudicare negativamente chi vi si rivolge. I due percorsi verranno proposti dall’unità di ostetricia e ginecologia dell’ospedale civile, di cui è primario Enrico Busato, su un piano di pari dignità e sarà poi la coppia a decidere liberamente sulle base dei consigli degli esperti. «Siamo convinti che i percorsi di fertilità naturale - prosegue don Pesce - possano offrire risultati importanti non solo dal punto di vista medico ma anche per la serenità della coppia. Aiutare marito e moglie a trovarsi in sintonia su un progetto generativo, aspetto che non sempre si ritrova nel percorsi di pma, dà senso al nostro impegno ». Il progetto ha una genesi - un grande convegno internazionale sul tema organizzato proprio dal Centro famiglia di Treviso nel 2015 - e un ideatore, Don Mario Cusinato, docente di psicologia della relazione di coppia, già direttore del Centro che da sempre sostiene la necessità dell’approccio multidisciplinare della relazione di coppia. Il percorso di fertilità naturale va proprio in questa direzione perché intende armonizzare progetto di coppia e progetto di famiglia, esigenze e risorse della coppia e desiderio di un figlio.
Dal punto di vista scientifico il progetto è seguito da Giuseppe Grande, andrologo ed endocrinologo, oltre che vicepresidente nazionale del MpV: «Questo percorso - spiega - è in grado di risolvere le cause che impediscono il concepimento spontaneo in una percentuale importante di pazienti, addirittura superiore rispetto alle tecniche di pma. I dati già pubblicati dall’Istituto scientifico internazionale 'Isi Paolo VI' presso il Policlinico Gemelli di Roma, presso il quale mi sono formato e ho lavorato fino al 2020 e che è stato pioniere in questo ambito, hanno invece documentato come la medicina per la procreazione naturale permetta di ottenere una gravidanza nel 40,7% delle coppie trattate ed il 35% delle coppie ad avere un bambino in braccio».
Risultati analoghi sono stati osservati in altri tre centri privati. Oltre al Centro per la famiglia di Treviso, lo studio retrospettivo ha coinvolto il Centro per la Vita 'Don Luigi Saccone' della diocesi di Pozzuoli ed il Centro medico 'San Giuseppe' di Lucrezia, in cui si realizza un simile percorso multidisciplinare diagnostico-terapeutico per l’infertilità di coppia, che mette insieme competenze ginecologiche, endocrino-andrologiche e l’identificazione della finestra fertile per la conoscenza della fertilità. «Su un campione di 82 coppie seguite per infertilità nei 3 centri - riprende Grande - e che avevano eseguito la valutazione multidisciplinare, in terapia da almeno un anno, abbiamo osservato un tasso di gravidanza del 40,7%. Tra le coppie che hanno concepito, il 92% lo ha fatto entro i primi 18 mesi dall’inizio del percorso. Il 29% delle coppie provenivano da precedenti esperienze di fallimento di pma e in questa casistica il 29% delle coppie ha concepito dopo diagnosi e trattamento delle cause».