giovedì 15 dicembre 2022
Sarebbe stato un blitz degli 007 a scoperchiare il vaso di Pandora della corruzione. E si apre anche la pista delle influenze dal Marocco. Fermo confermato per Panzeri e Giorgi
La parlamentare greca Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, sotto indagine con l'accusa di avere ricevuto denaro dal Qatar

La parlamentare greca Eva Kaili, ex vicepresidente del Parlamento europeo, sotto indagine con l'accusa di avere ricevuto denaro dal Qatar - Reuters

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Ancora un mese di carcere per l’ex eurodeputato del Pd (passato poi ad Articolo 1) Antonio Panzeri e il suo ex assistente Francesco Giorgi, due dei quattro principali indiziati del “Qatargate”. A deciderlo sono stati ieri i giudici della Camera di consiglio del Tribunale di Bruxelles, al termine della prima udienza sulla vicenda. Panzeri e Giorgi dovranno restare in carcere fino al 14 gennaio, a meno che non facciano appello entro 24 ore (il secondo ha già detto che non lo farà).

Un altro dei fermati, Nicolò Figà-Talamanca, segretario dell’ong “No Peace Without Justice”, avrà un braccialetto elettronico che gli permetterà di uscire dal carcere. Quanto all’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili, compagna di Giorgi, su sua esplicita richiesta la decisione è stata rinviata al 22 dicembre. Nel mentre emergono nuovi sviluppi che vedono il coinvolgimento dei Servizi segreti del Belgio ma anche di altri Stati europei, con la prospettiva che l’inchiesta si allarghi ad altri eurodeputati.

E spunta anche il nome del Marocco: Panzeri è sospettato di essere sul libro paga anche dello Stato nordafricano, intervenendo a suo favore nei confronti di altri eurodeputati. Secondo i quotidiani belgi De Morgen e De Standaard, avrebbe ricevuto non meglio specificati «regali» da parte di un diplomatico marocchino, Abderrahim Atmoun, attualmente ambasciatore in Polonia, conoscente da anni dell’ex eurodeputato.

Intanto si sviluppa anche il fronte italiano dell’inchiesta: la Procura di Milano sta esaminando sette conti bancari in altrettante banche, riconducibili a Panzeri, Luca Visentini (segretario dell’organizzazione internazionale dei sindacati, non in stato di fermo e che ieri ha dichiarato di non aver fatto «mai niente di sbagliato») e Giorgi.

Il tutto mentre, almeno stando al quotidiano belga L’Echo, gli inquirenti hanno stabilito che almeno una parte dei circa 1,5 milioni di euro sequestrati nelle abitazioni di Panzeri e Kaili sono stati prelevati in Belgio, fatto che permetterà di risalire alle relative banche.

Si lavora anche sul’ ipotesi che potrebbero esserci vari eurodeputati «a libro paga» del Qatar. Del resto, la portata dell’inchiesta è sottolineata anche dal modo in cui essa è nata: stando ai media belgi, dai servizi segreti del Belgio, in cooperazione con 007 di altri Paesi europei (per ora non noti).

Secondo il quotidiano “Le Soir”, una «tappa cruciale» dell’inchiesta è stata una visita segreta, il 12 luglio 2022, da parte dei servizi belgi a casa di Panzeri, trovandovi 700.000 euro in contanti. «Bingo», scrive il giornale. A quel punto gli 007 hanno passato il tutto alla procura federale. I servizi belgi non indagano su partiti politici, ma a giustificare il loro intervento era la portata delle intrusioni di un Paese terzo.

L’istituzione di Strasburgo è messa sotto accusa anche dal governo belga. «È positivo – ha dichiarato il premier Alexander De Croo - che le autorità e la magistratura belghe abbiano scoperto questo caso, ma la vicenda dimostra che il Parlamento Europeo deve migliorare le sue procedure interne».

L’istituzione Ue cerca di correre ai ripari. Oggi dovrebbe approvare una risoluzione che chiede di «sospendere tutti i lavori sui fascicoli legislativi relativi al Qatar». E intanto la presidente della Commissione europarlamentare dei Trasporti, l’eurodeputata verde francese Karima Delli, intervistata dall’Ansa, ha annunciato di voler chiedere la sospensione dell’accordo Ue-Qatar sul trasporto aereo.

Mentre il presidente della Commissione delle Conferenze episcopali europee, il cardinale il cardinale Jean-Claude Hollerich, parla senza giri di parole di «vergogna». Il porporato esprime però fiducia nell’operato della presidente Roberta Metsola: «È chiaro che c'è gente che perderà fiducia, ma c’è anche un elemento positivo e cioè che queste cose non si possono fare dal Parlamento europeo. Il Belgio veglia su questo».

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