domenica 22 settembre 2024
«I sogni? Obiettivi con data di scadenza. Il nuoto insegna a stare a galla anche nella vita, a trovare il coraggio di superare gli ostacoli. Nel futuro voglio essere utile a Bibione e Lignano»
Antonio Fantin, oro alle Paralimpiadi di Parigi nei 100 metri stile libero e argento nei 400

Antonio Fantin, oro alle Paralimpiadi di Parigi nei 100 metri stile libero e argento nei 400 - Cip/Ferraro

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Forse il termine “supereroe” è un po’ abusato quando si parla di campioni paralimpici, ma Antonio Fantin, alias il “Delfino di Bibione”, è un ragazzo davvero super, in vasca come nella vita di tutti i giorni. Un saggio 23enne, coscritto del campione olimpico del nuoto Thomas Ceccon, con cui si scambia il cinque e anche i complimenti per la medaglia d’oro conquistata da entrambi a Parigi 2024. Ma Antonio nell’incontro Allianz di Milano le ha portate tutte e due e così mostra l’oro dei 100 metri stile libero (con il tempo di 1’03”12, ha stabilito anche il nuovo record paralimpico) e l'argento dei 400 metri sl. Tre anni fa alle Paralimpiadi di Tokyo aveva già vinto l’oro nei 100 stile libero S6 (in 1’03”71, record del mondo) e portato a casa altre 3 medaglie: 2° posto nei 400 m stile libero S6, nei 4x50 metri stile libero mista, 4x100 metri stile libero e bronzo 4x100 metri mista. Antonio “settebellezze”, come 7 sono i podi paralimpici conquistati nelle due edizioni dei Giochi a cui ha preso parte. Ma a casa tiene anche le medaglie dei 10 titoli mondiali e le 9 di campione d’Europa. E la collezione non si ferma mica qui, perché il prossimo sogno ha già un nome, Paralimpiadi di Los Angeles 2028. «Io dico sempre che i sogni sono obiettivi con la data di scadenza e questi vanno perseguiti nello sport come nella vita. Da atleta lavoro ogni giorno per rivivere quegli istanti unici che consentono di fissare altri obiettivi e altre scadenze». In acqua Antonio c’è finito per destinazione, «mi ci hanno buttato », sorride. Il nuoto è stata una terapia per le cicatrici lasciate da un’operazione la cui data è scolpita nella sua memoria, 11 febbraio 2005. A tre anni e mezzo quella è stata la sua “prima rinascita”. Operato d’urgenza per una malformazione artero-venosa superata grazie a questo sport che ha segnato il punto di partenza. La sua storia Antonio l’ha raccontata nell’autobiografia Punto. A capo - Dalla malattia all'oro paralimpico (Piemme). Una storia che è finita tra le mani di papa Francesco, come ha scritto su Avvenire il suo amico don Andrea Vena. Il Papa ha letto la storia di Fantin e ha risposto con un bigliettino: «Caro Antonio, desidero ringraziarti per il dono della tua autobiografia. Ti esorto a non arrenderti mai e a continuare a essere gioioso testimone di speranza. Tantissime persone hanno bisogno del tuo messaggio e del tuo esempio. Coraggio, sempre avanti!». Avanti tutta, con fede e soprattutto «con fiducia nelle tante cose belle che si possono realizzare anche attraverso lo sport. Bisogna essere consapevoli che gli ostacoli sono tanti e questi vanno affrontati con coraggio. Mai restare immobili, dobbiamo muoverci con il corpo e con la mente per aggirare continuamente quegli ostacoli che si parano davanti a noi», dice il giovane saggio Fantin che non conosce «sacrificio migliore di quello che ho scelto di fare: nuotare». Come Thomas Ceccon anche Antonio è veramente felice quando sbraccia in piscina ed è consapevole che i risultati importanti arrivano con l’allenamento certo, ma «facendo ciò che fai con il piacere di farlo. Il nuoto è come la vita, devi insistere e resistere per restare a galla. Io questo l’ho capito presto, appena mi hanno buttato in acqua ho imparato che per stare bene dovevo imparare a nuotare» . Antonio ha imparato a stare a galla nel grande oceano della quotidianità, ora nuota da campione e con il coraggio e la fede incrollabile trasmessagli dai suoi genitori e da quel nonno Rino che veglia da Lassù. ha rimarginato anche le cicatrici dell’operazione al collo a cui si è sottoposto il 19 gennaio 2023. Data della “seconda rinascita”. «Ecco quello è stato un momento in cui ho temuto di non riuscire più a stare a galla... Anche la mia carriera di nuotatore poteva finire per sempre, ma è uscito fuori ancora una volta quel bambino che aveva paura dell’acqua ma che poi trova il coraggio di entrare in sala operatoria per superare l’ennesimo ostacolo, per poi farne tesoro e proseguire il cammino. Questo mi ha permesso di arrivare in tempo per Parigi 2024 e di tornare sul podio di una Paralimpiade ». I prossimi podi saranno la laurea in Giurisprudenza e un “piano B” per il dopo agonismo paralimpico è già al vaglio del saggio Fantin. «A dire il vero sono tutti e due dei “piani A”, sia la laurea che la possibilità di essere utile alla mia comunità, quella di Bibione e di Lignano. Lì ci sono i miei affetti e i miei tanti amici. Da quelle spiagge passano 10 milioni di turisti l’anno e allora mi piacerebbe contribuire sempre più allo sviluppo di queste fantastiche realtà in cui sono nato e cresciuto e che continuano a darmi tanto».

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