Un momento della Veglia in Sant'Ambrogio a Milano
«Io non mi pentirò mai della scelta fatta: far nascere la mia bambina». L’ha detto la mamma che giovedì 1° febbraio ha offerto la sua testimonianza durante la Veglia per la Vita nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, promossa da Federvita Lombardia insieme ai Centri di aiuto alla Vita Ambrosiano, Buzzi e Mangiagalli e al Movimento per la Vita Ambrosiano. Rimasta incinta, il suo partner voleva che abortisse. Lei era contraria, lui la lasciò completamente sola, senza casa, senza niente. È qui che incontrò il Cav Mangiagalli che le diede aiuto e una casa, quella di accoglienza che sta proprio in Sant’Ambrogio. Finalmente libera di essere madre. Le sue parole «sono andate dritte al cuore – ha detto Stefano Di Battista, presidente del Movimento per la Vita Ambrosiano e presidente nazionale del Copercom – perché vere, perché le storie vissute sulla propria pelle sono quelle che aiutano a capire anche chi è scettico o confuso. Se vogliamo dare un senso alla Veglia per la vita in Sant'Ambrogio non dobbiamo cercare lontano: c'era quella bambina che a un tratto si è svegliata e ha reclamato l'attenzione della mamma, come un'irruzione della vita nella solennità della basilica più cara ai milanesi».
La bambina, ora di 8 mesi, è stata presente a tutta la veglia, e al termine ha pure giocato con l’abate monsignor Carlo Faccendini. «Viva la vita perché è sacra – ha detto nella sua riflessione don Marco Gianola, cappellano del Policlinico milanese e assistente spirituale di Federvita Lombardia –. Dobbiamo riconoscere e ribadire con chiarezza che la sacralità è l’essenza, è il valore intrinseco di ogni concepito e di ogni neonato che viene al mondo».
«La veglia è stata un momento di ricarica per i volontari – ha detto defiGiulio Boati, vicepresidente Cav Ambrosiano –. I vari momenti di meditazione hanno permesso di rimotivarsi». Momento «suggestivo ed emozionante vissuto in favore della vita nascente» lo ha definito Sabrina Parenti del Cav Buzzi. Le ha fatto eco Soemia Sibillo, del direttivo di Federvita Lombardia e direttrice del Cav Mangiagalli: «Un momento in cui far silenzio e ascoltare. Per riscoprire la verità, chi siamo, da dove veniamo. E al contempo è anche occasione per restare uniti e testimoniare che la vita è gioia, speranza e futuro, dando voce a chi non ha voce».