venerdì 28 marzo 2025
Serata di spettacolo e di gioia con Enrico Bertolino e i piatti degli chef di Slafood per sostenere la causa della ricerca sulle malattie neuromuscolari e neurodegenerative. Un metodo esemplare
Enrico Bertolino tra Ale e Franz alla serata nell'ospedale Niguarda per il Centro NeMO

Enrico Bertolino tra Ale e Franz alla serata nell'ospedale Niguarda per il Centro NeMO

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In ospedale, per divertirsi. Niente di strano se di mezzo c’è il Centro clinico Nemo del Niguarda di Milano e la serata di cabaret e musica “SLAvadent alla Sla” ideata e diretta dal comico Enrico Bertolino per dare una mano (e un supplemento di cuore) alla ricerca sulla Sla condotta nell’avamposto milanese per le malattie neuromuscolari e neurodegenerative. Alla seconda edizione, domenica 23 marzo, il progetto nato dal gruppo di interisti doc degli InterNati lanciato da Luca Leoni, esperto di comunicazione e malato di Sla, ha esaurito in breve i 400 posti disponibili, che hanno portato alla causa della ricerca 22mila euro, mostrando come una finalità solidale si possa raggiungere divertendosi e facendo nuove conoscenze proprio nel luogo dove le malattie trattate dal Centro Nemo vengono curate e indagate (nel solo ultimo anno 600 le famiglie seguite, 90 i nuovi pazienti, 10 gli studi con 96 professionisti a prendersi cura di tutto).

Con Bertolino, entusiasta di sostenere una causa tanto evidentemente necessaria, la garanzia peraltro è di uno spettacolo di livello, sul palco Ale e Franz (esilaranti, alla seconda partecipazione), l’ìllusionista Nikolas Albanese, la comica Federica Ferrero, il surreale performer Lunanzio, la musica “Iannacci & Gaber style” degli Jaga Pirates, con un cameo di Francesco Renga, ormai anche lui “contagiato” dalla compagna di artisti al fianco di NeMO e di Aisla, che ha patrocinato la serata al Niguarda, con la presidente Fulvia Massimelli.

Le parole di Bertolino, artista di grande sensibilità, dicono tutto dello spirito di una iniziativa ormai identificata nella milanesissima immagine dello “slavadent” (il ceffone) che prende a schiaffi la Sla: «Noi artisti partecipiamo spinti dal sano egoismo solidale, più bene riceviamo dal nostro pubblico più è il bene che vogliamo restituire. Il tempo che abbiamo dedicato a questo evento non è paragonabile alla determinazione degli operatori sanitari, che ogni giorno affrontano la realtà della cura, né alla forza di chi vive con la Sla e che, anche nell’immobilità, riesce a muovere qualcosa di essenziale: la speranza. Serate come questa ci ricordano che non si smette mai di avere un ruolo, fosse anche solo quello di alleggerire. Perché far sorridere ed essere solidali, in certi momenti, è forse il modo più semplice, eppure necessario, di stare vicini davvero».

Altro punto di forza della serata che l'ospedale milanese (appena risultato il migliore in Italia secondo la classifica mondiale di Newsweek) ospita nella Galleria Sud, grande sala d’aspetto e di accesso agli ambulatori magicamente trasformata in teatro, sono i piatti offerti dai 20 chef a maestri panificatori di SlaFood accorsi, con un cuore grande come i sapienti ricettari di cui sono dispensatori, al richiamo del loro presidente Davide Rafanelli, paziente affetto da Sla, ma soprattutto uomo generoso, sapiente, sognatore coraggioso capace di mettere in movimento cuochi di prima grandezza che si sono messi in gioco da mezza Italia per schierarsi in giubba bianca, tra risotti e focacce, accanto a NeMO: «La presenza così numerosa – dice Rafanelli, capace di vedere una strada nuova dove pareva fosse impensabile – non solo è testimonianza di supporto per il Centro NeMO ma un meraviglioso messaggio di energia ai ricercatori e agli operatori che ogni giorno trasformano il dolore in amore. Il mio grazie va agli chef, sempre pronti a rispondere con talento e cuore, e ad Aisla, un faro per tutti noi malati e per le nostre famiglie».

Al presidente dei Centro NeMo Marco Rasconi brillano gli occhi: «Questa serata è un incontro straordinario di bellezza, talento e solidarietà. Il nostro grazie va a tutti coloro che hanno risposto all’invito dell’amico Enrico Bertolino, dimostrando il desiderio di fare la differenza insieme. La presenza di oggi continuerà domani ad essere per noi speranza ed impegno concreti, al fianco di chi vive la malattia».

Legittimo l'orgoglio del direttore socio-sanitario dell’Ospedale Niguarda, Laura Zoppini, che può vantare oltre al Centro NeMo – eccellenza internazionale nel suo campo – anche una manifestazione originale, efficace e di grande impatto: «È un momento speciale, perché possiamo vedere gli spazi, dedicati ogni giorno ad accogliere chi ha bisogno di cura, trasformarsi in un teatro vivo di emozioni, solidarietà e desiderio di aiutare. Questa energia e partecipazione ci riempie di orgoglio e rafforza il nostro impegno al fianco del Centro Clinico NeMO, delle associazioni dei pazienti e dei volontari». E ora, avanti con nuovi sogni, insieme.

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