Il Papa ha ricevuto in udienza i magistrati della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Osservatore Romano)
Dio tocchi «il cuore degli uomini e delle donne delle diverse mafie, affinché si fermino, smettano di fare il male, si convertano e cambino vita. Il denaro degli affari sporchi e dei delitti mafiosi è denaro insanguinato e produce un potere iniquo».
È la denuncia di papa Francesco nella udienza ai membri della Direzione nazionale Antimafia e antiterrorismo, ricordando a magistrati, cittadini e società, che la mafia, «quale espressione di una cultura di morte, è da osteggiare e da combattere» e «si oppone al Vangelo». Parole, quelle di papa Francesco, che evocano l'invettiva di Giovanni Paolo II, «convertitevi verrà il giudizio di Dio» ad Agrigento il 9 maggio 1993, e la scomunica pronunciata dallo stesso Bergoglio nel suo viaggio in Calabria il 21 giugno 2014.
Nel suo discorso il Papa ha ricordato che «la mafia si oppone radicalmente alla fede e al Vangelo, che sono sempre per la vita", ribadendo che "il fenomeno mafioso, quale espressione di una cultura di morte, è da osteggiare e da combattere».
«La società - ha proseguito il Papa ai membri della Direzione antimafia e antiterrorismo - ha bisogno di essere risanata dalla corruzione, dalle estorsioni, dal traffico illecito di stupefacenti e di armi, dalla tratta di esseri umani, tra cui tanti bambini, ridotti in schiavitù. Sono autentiche piaghe sociali e, al tempo stesso, sfide globali che la collettività internazionale è chiamata ad affrontare con determinazione».
Il Papa ha anche chiesto di combattere «il contrabbando di migranti». «Ho appreso - ha affermato papa Francesco - che la vostra attività di contrasto del crimine viene opportunamente svolta in collaborazione con i colleghi di altri Stati. Tale lavoro, realizzato in sinergia e con mezzi efficaci, costituisce un argine efficace e un presidio di sicurezza per la collettività».
Mafia, camorra e 'ndrangheta, ha ricordato, «sfruttando carenze economiche, sociali e politiche, trovano un terreno fertile per realizzare i loro deplorevoli progetti». E il terrorismo assume "un aspetto cosmopolita e devastante". In un altro passaggio del suo discorso Papa Francesco si è rivolto ai magistrati della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e ha li incoraggiati a «continuare a lottare contro la corruzione, la violenza, la mafia e il terrorismo». «Sono consapevole del fatto che il lavoro che voi svolgete comporta anche il rischio della vita o altri pericoli per voi e per le vostre famiglie», ha poi scandito papa Francesco aggiungendo a braccio: «Questo lo so. Il modo mafioso di agire fa queste cose».