Il Papa saluti i fedeli radunati in piazza San Pietro per l'Angelus - ANSA
Il Papa che all'Angelus richiama il concetto cristiano di autorità come servizio agli altri e non come sopraffazione è anche il Pontefice che si augura una buona riuscita della Cop29 sul clima, che si aprirà oggi, lunedì 11 novembre a Baku, in Arzebaigian. Francesco ne ha parlato in occasione dell'appuntamento con i fedeli per la preghiera mariana di mezzogiorno, ieri, domenica 10 novembre. Il Pontefice non dimentica certo le occasioni mancate nel passato per la salvaguardia del creato e per questo chiede ai Grandi della Terra che si preparano al confronto di offrire invece soluzioni concrete. "Auspico - queste le sue parole nel dopo Angelus - che la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune". Quindi ha anche ricordato i tre anni della piattaforma Laudato si', nata dalla sua enciclica del 2015, che cerca di diffondere una cultura della salvaguardia della casa comune e della ecologia integrale che metta al centro le persone.
Sono infatti i più poveri a soffrire maggiormente i cambiamenti climatici. La conferenza di Baku si apre proprio con le ferite dell'alluvione in Spagna. Papa Francesco lo ha ricordato nella stessa preghiera mariana della domenica, ribadendo la sua vicinanza agli "abitanti di Valencia e le altre parti della Spagna che stanno affrontando le conseguenze dell'alluvione". E anche in questo caso chiede una azione concreta. "Vi faccio una domanda: avete pregato per Valencia? Avete pensato di fare qualche contributo per aiutare quella gente?", ha chiesto ai fedeli, sia quelli presenti in piazza San Pietro, sia quelli che lo seguivano in tivù.
L'altro disastro naturale ricordatp dal Papa all'Angelus è stato quello che ha colpito la popolazione dell'isola di Flores, in Indonesia, a causa dell'eruzione di un vulcano. "Prego per le vittime, i loro familiari, gli sfollati", ha assicurato il Pontefice. E sempre con attenzione all'ambiente Papa Francesco, nel giorno in cui la Chiesa italiana ha celebrato la "Giornata del Ringraziamento", ha chiesto agli agricoltori di "coltivare la terra in modo da custodirne la fertilità anche per le generazioni future".
Dal clima alle guerre, il Papa ha nel cuore un pianeta che soffre. "Continuiamo per favore a pregare per la martoriata Ucraina, dove vengono colpiti anche ospedali e altri edifici civili. Preghiamo per la Palestina, Israele, il Libano, Myanmar, Sudan. Preghiamo per la pace nel mondo intero", ha detto Francesco dedicando un'attenzione particolare al Mozambico. "Invito tutti al dialogo, alla tolleranza e all'instancabile ricerca di soluzioni giuste. Preghiamo per l'intera popolazione mozambicana affinché la presente situazione non faccia smarrire la fiducia nel cammino della democrazia, della giustizia e della pace", ha concluso.
Prima di recitare l'Angelus papa Bergoglio aveva commentato, come di consueto in questa occasione, il Vangelo del giorno, cioè la polemica di Gesù contro il falso perbenismo degli scribi. I quali, ha ricordato, "si comportavano da persone corrotte, alimentando un sistema sociale e religioso in cui era normale avvantaggiarsi alle spalle degli altri, specialmente dei più indifesi, commettendo ingiustizie e garantendosi l’impunità". Da queste persone Gesù raccomanda di stare alla larga, di “guardarsi bene”, "di non imitarle. Anzi, con la sua parola e il suo esempio, come sappiamo, insegna cose molto diverse sull’autorità. Ne parla in termini di sacrificio di sé e di servizio umile, di tenerezza materna e paterna nei confronti delle persone, specialmente di quelle più bisognose. Invita chi ne è investito a guardare gli altri, dalla propria posizione di potere, non per umiliarli, ma per risollevarli, dando loro speranza e aiuto. Allora, fratelli e sorelle - ha aggiunto il Pontefice - possiamo chiederci: io come mi comporto nei miei ambiti di responsabilità? Agisco con umiltà, oppure mi faccio vanto della mia posizione? Sono generoso e rispettoso con le persone, oppure le tratto in modo sgarbato e autoritario? E con i più fragili, sto loro vicino, so chinarmi per aiutarli a rialzarsi? La Vergine Maria - ha concluso Francesco - ci aiuti a combattere in noi stessi la tentazione dell’ipocrisia e ci aiuti a fare il bene senza apparire e con semplicità".
La lettera al Santuario di Pompei
"Siamo consapevoli di quanto sia necessario riscoprire la bellezza del Rosario nelle famiglie e nelle case. Questa preghiera è di aiuto nella costruzione della pace ed è importante proporla ai giovani perché la sentano non ripetitiva e monotona, ma un atto di amore che non si stanca mai di effondersi". Lo scrive il Papa in un messaggio all'arcivescovo prelato di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, in occasione del 150° anniversario dell'arrivo del quadro della Vergine del Rosario nella cittadina campana.
Il Rosario è "fonte di consolazione per gli ammalati e i sofferenti" ma anche "catena di amore che si fa abbraccio per gli ultimi e gli emarginati, quali furono, agli occhi di Bartolo Longo, soprattutto gli orfani e i figli dei carcerati. Pertanto, incoraggio a proseguire con rinnovato impegno, mediante le molteplici iniziative del Santuario, la grande storia di carità da lui iniziata: essa è l'eredità spirituale più bella che ha lasciato il Beato Fondatore", scrive ancora il Papa. "Possa anche oggi, all'umanità bisognosa di ritrovare la via della concordia e della fraternità, parlare ancora il Signore mediante il messaggio della Madonna di Pompei".
Papa Francesco, ricordando infine il suo pellegrinaggio a Pompei del 21 marzo 2015, conclude: "Invoco ogni grazia per la terra campana, in modo speciale per quanti sperimentano situazioni di disagio".