sabato 26 ottobre 2024
È per riconoscenza a quel Dio che gli aveva concesso la vittoria che nel 313 l’imperatore comanda di costruire un grande edificio di culto e lo dona al Papa
San Giovanni in Laterano

San Giovanni in Laterano - Imagoeconomica

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E poi finalmente venne la pace. Dopo le persecuzioni, patite dai cristiani all’alba della Chiesa di Roma, venne il tempo della pax costantiniana e con essa l’editto del 313 con il quale Costantino concesse la libertà di culto. E non solo. Nella sua capitale, cuore del suo Impero, l’imperatore stesso promuove e sovvenziona anche la costruzione della prima basilica pubblica cristiana dell’Urbe. Che diviene la più antica e importante basilica d’Occidente, la chiesa madre e capo di tutte le chiese: San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma, Cattedra e casa del Vescovo di Roma, il Papa. E la sua storia millenaria non può che partire da qui, da questa personale storia imperiale. È il 28 ottobre del 312. Mentre ancora le persecuzioni dei cristiani infieriscono nella pars Orientis, nelle regioni orientali dell’Impero romano, la Città Eterna si prepara allo scontro finale tra Costantino e Massenzio. In gioco: il governo incontrastato della pars Occidentis dell’Impero. La sera precedente lo scontro, Costantino si chiedeva a quale dio affidare la propria protezione. È lo scrittore greco Eusebio di Cesarea, che è stato anche amico e consigliere dell’imperatore, nella Vita Costantini a raccontare cosa accadde in quella notte. Quella notte Costantino ebbe una visione straordinaria: una croce luminosa apparve nel cielo e su di essa la scritta: «Con questa vinci». La battaglia iniziò nei pressi di Saxa Rubra, alle porte di Roma, e si concluse nella zona di Ponte Milvio. Massenzio annegò nel Tevere e Costantino entrò a Roma in trionfo. Ma si può credere al racconto di Eusebio di Cesarea riguardo alla visione? Non sono pochi quanti ne negano l’attendibilità. Tuttavia, è storia che l’imperatore vittorioso, entrato nell’Urbe, si rifiuta di salire il Campidoglio per ringraziare Giove e gli dei di Roma. E questo era senza dubbio un gesto di rottura nei confronti della tradizione religiosa imperiale. E che dire dell’incontro di Costantino con il cristianesimo? Lasciamo la parola a quanto scrive l’autorevole Marta Sordi, che è stata tra le figure di spicco degli studi di storia antica in Italia nella seconda metà del Novecento: « Ben difficilmente uno storico non prevenuto può negare che nel 312 Costantino abbia avuto un’esperienza religiosa tale da sconvolgere il suo comportamento verso la religione tradizionale e da renderlo certo di un rapporto con un Dio sommo, che si manifesta per lui come il Dio unico e si identifica con il Dio dei cristiani». Tuttavia, spiega la storica: «Questo rapporto nasce dall’esigenza del “dio più forte”, capace di assumere efficacemente la difesa dell’Impero...», pertanto «la religiosità di Costantino convertito resta la tipica religiosità romana; riguarda Costantino più come imperatore che come uomo, che lo impegna alla riconoscenza dello Stato verso il Dio che gli ha reso vittoria».

E torniamo così al Laterano. È dunque come riconoscenza a quel Dio che gli aveva concesso la vittoria sul rivale Massenzio, che già nel gennaio del 313 l’imperatore vittorioso comanda di costruire in onore del Salvatore un grandioso edificio di culto e, insieme alla terra con abitazioni annesse, lo dona al Papa, per il quale diventa anche abitazione. Allo scopo Costantino scelse la tenuta della famiglia dei Plauzi Laterani (da cui Lateranense) a cui apparteneva sua moglie Fausta. Una tenuta situata allora in periferia rispetto al centro di Roma per non urtare la sensibilità dei pagani che occupavano il cuore dell’Urbe con i loro templi. Dagli scavi sotto la basilica risulta che la tenuta era occupata dalla caserma degli Equites singulares, la guardia a cavallo privata dell’imperatore che aveva combattuto a fianco di Massenzio. La Cattedrale di Roma è insomma una sorta di grandioso ex voto di un imperatore romano. È la prima chiesa pubblica cristiana e la prima basilica cristiana ufficiale che nasce nel cuore dell’Impero romano come annuncio e proclama della verità centrale del cristianesimo: Gesù Figlio di Dio è il Salvatore dell’umanità. E dove per la prima volta, tutti i cristiani di Roma, poterono riunirsi insieme al loro Vescovo. Da allora, infatti, la Cattedrale di Roma, è il luogo in cui il Vescovo di Roma, il Papa, ha la sua Cattedra quale segno del suo insegnamento, del suo magistero e della sua presidenza. È per questo che possiede un titolo unico al mondo: Sacrosancta lateranensis ecclesia omnium urbium et orbis ecclesiarum mater et caput, “la santissima chiesa lateranense, madre e capo delle chiese di tutte le città e del mondo”, come è scritto alla base di un pilastro, circondato da una corona di alloro, alla sinistra dell’ingresso della basilica.

La basilica inizialmente era quindi dedicata al Salvatore, solo in un secondo momento verrà dedicata anche a San Giovanni Battista e a San Giovanni Evangelista e sarà popolarmente chiamata San Giovanni in Laterano. Fu Papa Gregorio Magno (590-604) ad aggiungere la dedicazione al Battista, precursore del Salvatore. Lucio II (1144-1145) volle poi dedicarla anche all’Evangelista Giovanni. Del resto, una pia tradizione vuole che anche il discepolo «che Gesù amava» – che era stato con Pietro in alcuni dei momenti più importanti del ministero terreno del Salvatore – sia venuto a Roma e qui avrebbe subito il martirio, in un calderone di olio bollente, presso l’attuale tempietto di San Giovanni in Oleo nei pressi di Porta Latina, se un intervento miracoloso non lo avesse fatto uscire indenne dall’olio, permettendogli così di tornare in Efeso, dove morì in vecchiaia.

Per costruirla ci vollero appena sei anni. La Cattedrale di Roma fu inaugurata probabilmente il 9 novembre del 318. Il Krautheimer, noto storico dell’arte tedesco, ci informa di quelle che erano originariamente le grandiose dimensioni della basilica e dello splendore della navata con colonne di marmo verde screziato. Il Laterano rimase l’abitazione dei papi fino al tempo della cattività avignonese (1305-1377), dopo la quale i pontefici si trasferirono definitivamente in Vaticano. Ma il trasferimento della residenza papale in Vaticano non ha mai eliminato la centralità della basilica del Laterano, come Cattedrale del Papa e della diocesi di Roma. Dopo l’elezione del Successore di Pietro, ogni nuovo Pontefice prende infatti insediamento sulla cattedra di San Giovanni, con la cerimonia di presa di possesso della cathedra episcopalis in quanto Vescovo di Roma. Nei secoli passati per la presa di possesso del Laterano, il Pontefice, partendo dal Vaticano e attraversato in processione tutto il centro di Roma, raggiungeva a dorso di una mula bianca la Cattedrale. Il Laterano è dunque il luogo deputato per comprendere il dono del ministero episcopale, voluto da Cristo per la sua Chiesa e il luogo della cura pastorale che il Papa riserva alla sua diocesi. Annesso alla basilica è, infatti, anche il Vicariato, quale luogo del servizio diretto alla Chiesa di Roma. In tempi recenti è stato Giovanni XXIII a rivitalizzare il Laterano come centro della vita della diocesi di Roma. Anche il rito di apertura della Porta Santa prese avvio dalla basilica Lateranense, rito che venne istituito da Martino V (1369-1431) in occasione del Giubileo del 1423. E un evento che è importante rievocare, nella visita giubilare alla basilica lateranense, è il Concilio di Nicea nel quale Costantino ebbe un ruolo primario. Fu, infatti, l’imperatore a convocarlo per l’anno 325, a Nicea, l’odierna Iznik, vicino a Nicomedia che era ancora, prima di Costantinopoli, la capitale dell’Impero d’Oriente. È il Concilio in cui papa Silvestro I, rappresentato da due presbiteri romani, affermò la definizione del Figlio consustanziale al Padre. E il Credo di Nicea, terminato il Concilio, fu proclamato solennemente nella basilica Lateranense.

Nella Cattedrale del Papa, l’iconografia della basilica evidenzia pertanto non solo i rimandi fra l’Antico e il Nuovo Testamento, ma anche il legame fra la vita di Cristo e la vita della Sua Chiesa, da Lui voluta, che accoglie le donne e gli uomini, come l’arca di Noè che conduce alla salvezza, passando per l’acqua, simbolo di rigenerazione, segno della morte e resurrezione che avvengono con il Battesimo. La basilica Lateranense rimane dunque oggi la chiesa madre di Roma chiamata per questo con i nomi che indicano il suo primato: Caput ecclesiarum, Mater ecclesiarum, Magistra ecclesiarum.


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