Ghoncheh non si rassegna: anche se la
sua sorte giudiziaria non è ancora del tutto segnata, la giovane
britannico-iraniana condannata ad un anno di prigione in Iran
per aver cercato di assistere ad una partita di pallavolo
maschile è entrata in sciopero della fame e della sete.
La drammatica protesta dietro le sbarre è stata annunciata
alla Bbc dalla madre di Ghoncheh Ghavami, che rifiuta il cibo
per uscire dal kafkiano "limbo" in cui è persa: sabato il suo
avvocato aveva reso nota la condanna di primo grado per
"propaganda" anti-regime, ma la magistratura non ha confermato
la sentenza dato che la Corte centrale rivoluzionaria ha
rinviato il caso all'ufficio del procuratore. Da sabato, in ogni
modo, la giovane attivista "non mangia alcun cibo solido nè beve
alcun liquido", ha sottolineato il fratello, Iman, in
dichiarazioni all'
Afp.
Ghoncheh, 25 anni, aveva già condotto uno sciopero della fame
il mese scorso per protestare contro la lunga detenzione
cautelare in isolamento che l'ha vista languire per 126 giorni
nel famigerato carcere di Evin, alla periferia nord-occidentale
di Teheran.
La ragazza era stata arrestata in giugno qualche giorno dopo
aver cercato, assieme ad un gruppo di altre ragazze, di
assistere a Teheran una partita valevole per la World League di
volley fra Iran e Italia. La repubblica islamica da due anni ha
esteso alla pallavolo una proibizione da tempo imposta al calcio
impedendo alle donne di assistere alle partite assieme agli
uomini: la motivazione ufficiale del divieto è che si vuole
evitare di esporre le donne sugli spalti alle oscenità verbali
cui talora si abbandonano i tifosi.
Oltre che per il rispetto dei diritti femminili, il caso ha
anche rilievo internazionale: Londra si è detta preoccupata per
la condanna inflitta in Iran che non riconosce la doppia
cittadinanza in possesso della giovane, la quale peraltro è
laureata in legge alla University of London. La vicenda era
stata evocata dal primo ministro britannico David Cameron in un
incontro bilaterale avuto a settembre con il presidente iraniano
Hassan Rohani a New York. Cameron aveva sottolineato che il caso
avrebbe potuto nuocere all'immagine dell'Iran in Gran Bretagna
proprio mentre i due Paesi stanno riallacciando i rapporti,
tagliati nel 2011 con l'assalto all'ambasciata britannica a
Teheran.
Amnesty International ha da parte sua definito "mostruosa" la
vicenda.
Ghoncheh appare d'altronde vittima di un braccio di ferro
politico-ideologico in corso più o meno sotterraneamente a
Teheran. Al momento sembrano prevalere le forze conservatrici
che stanno ottenendo un rinvio del rispetto di una promessa,
fatta dall'islamico-moderato Rohani, di consentire la presenza
femminile sugli spalti dei grandi eventi sportivi. Dall'inizio
della rivoluzione khomeinista, nel 1979, fra i tanti divieti
imposti alle donne iraniane vi é quello di andare allo stadio
per le partite di calcio. Un divieto esteso poi alla pallavolo
maschile, sport molto seguito nel Paese visto il livello di
eccellenza assoluta raggiunto dalla nazionale iraniana.