Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha annunciato al vertice Nato in Galles che venerdì, probabilmente, sarà firmato a Minsk il piano, concordato con Vladimir Putin, per far cessare il fuoco nel conflitto in atto in Ucraina orientale tra forze governative e ribelli filorussi. Il documento dovrebbe essere siglato a Minsk nell'ambito di un incontro fra rappresentanti di Kiev, di Mosca, dell'Osce, oltre che dei ribelli dell'Ucraina orientale, che si sono già detto disponibili. Il vertice della Nato in Galles, presenti i capi di Stato e di governo dei paesi membri, seppure segnato dai venti di guerra in Ucraina e dall'offensiva jihadista in Iraq e Siria, è stato foriero anche di notizie positive. Presieduta dal padrone di casa, il premier britannico, David Cameron, la riunione in Galles, a Newport, è cominciata alle 14. "Se l'Iraq ci chiederà aiuto" per combattere gli jihadisti sunniti dello Stato Islamico, "la Nato la valuterà seriamente", ha detto nella cerimonia di apertura il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. "Ne discuteremo con gli alleati", ha assicurato Rasmussen, sottolineando però che "per ora non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di impegno". "La Nato ha un ruolo da svolgere nell'aiutare a raggiungere una soluzione politica" nel dare un "supporto concreto" a Kiev, ha detto il premier italiano, Matteo Renzi, intervenendo al summit Nato, ma al tempo stesso "dobbiamo evitare che la Nato sia percepita come "un ulteriore fattore conflittuale". "Incoraggio - ha anche detto Renzi, nell'incontro con il presidente ucraino al fianco di Obama, Merkel, Cameron e Hollande al vertice Nato - gli sforzi del presidente Poroshenko per lanciare un processo di vera riconciliazione nazionale". Renzi ha però sottolineato l'importanza di "riforme inclusive" come "la riforma costituzionale, la protezione delle minoranze ed una soluzione di lungo termine per i rapporti con le autorità regionali nell'Est del Paese". Quello di gioved' e venerdì è uno dei vertici più importanti nei 65 anni di storia dell'Alleanza che sembrava relegata a essere solo un relitto della Guerra Fredda. Rasmussen ha detto chiaramente che l'intervento russo in Ucraina è la più grave minaccia alla sicurezza dalla caduta del Muro e ignorarlo vuol dire mettere a rischio i Paesi membri. Reagendo a modo suo all'avvicinamento dell'Ucraina all'Occidente, il presidente Vladimir Putin ha infatti riportato alle origini l'Alleanza, richiamandola a fare i conti con la minaccia ai suoi confini orientali. Seduti allo stesso tavolo Barack Obama - in forte crisi e finora impotente tanto sul braccio di ferro con Mosca che sulla sfida lanciata dagli jihadisti sunniti - e gli altri leader dei 28 Paesi membri, insieme a Rasmussen. Obama e Cameron hanno già insistito sulla necessità di combattere uniti anche la violenza dello Stato Islamico. La delegazione italiana è guidata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, e i ministri degli Esteri, Federica Mogherini, dal primo novembre capo della diplomazia Ue, e della Difesa, Roberta Pinotti. La reazione di Mosca al vertice "Gli Stati Uniti sostengono a Kiev il partito della guerra e non chi si mostra più disponibile a una soluzione politica del conflitto in Ucraina orientale". A rilanciare l'accusa, sullo sfondo della riunione Nato in Galles, è il ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Lavrov. "I sussulti di retorica antirussa - dice Lavrov - tornano immancabilmente appena emergono sforzi concreti per cercare una soluzione politica. E va detto che il partito della guerra di Kiev ha sostegni attivi all'estero, in questo caso negli Usa". I ribelli filorussi I ribelli filorussi dell'est dell'Ucraina sono pronti a ordinare un cessate il fuoco in caso si arrivi ad un accordo di pace a Minsk. Lo rendono noto gli stessi ribelli sul loro sito web dove scrivono che sono "pronti a ordinare un cessate il fuoco domani alle 15 locali se i rappresentanti dell'Ucraina dovesse siglare un accordo politico" alla riunione del "gruppo di contatto" (Kiev-Mosca e Osce e ribelli) che si terrà nella capitale bielorussa.
Nuove sanzioni a MoscaUsa e Ue si sono accordate su una nuova tornata di sanzioni alla Russia a causa della crisi ucraina. L'intesa, evidenziano i media americani, è stata perfezionata durante un incontro a margine del vertice Nato. Ma ci sono delle incertezze sul "come", dopo il colpo di scena dell'annuncio dell'accordo di pace. Per la Nato vararle subito sarebbe il miglior modo di convincere Mosca. Ma gli europei, che da sempre puntano al "dialogo", vogliono prima verificare se per la prima volta dall'inizio della crisi le parole si trasformassero in fatti. Gli americani, sostenuti da Londra e spinti da baltici e nordici, sono invece convinti che solo un aumento della pressione può convincere Mosca a fermare i carri armati.