Vecchi, pieni di muffa, obsoleti. È la ragione «ufficiale» per cui 62.000 volumi sono stati eliminati dagli scaffali di diverse biblioteche pubbliche venezuelane, finendo al macero: erano in cattive condizioni. Ma secondo l’opposizione il motivo di fondo è un altro: i valori che trasmettono non sarebbero in sintonia con l’ideologia del governo bolivariano di Hugo Chavez. A denunciarlo è Miriam Hermoso, attuale presidente dell’Istituto Autonomo delle Biblioteche di Miranda (uno Stato governato dall’opposizione e fortemente critico con Chavez). Secondo Hermoso, le biblioteche rischiano di trasformarsi in «centri ideologici». Accuse pesanti. Il quotidiano americano Nuevo Herald parla di una sorta di «purga» di libri avvenuta a partire dal 2008 in decine di biblioteche. Fra i titoli sgraditi, spiccano «Il Piccolo principe» di Saint-Exupery, «Il mistero della mummia» di Hitchcok e i testi politici dell’ex presidente venezuelano Betancourt. «Hanno eliminato dagli scaffali i testi collegati all’impero statunitense » ha detto Hermoso in un’intervista. Per il Nuevo Herald, il comune denominatore che collegherebbe libri così diversi è il presunto legame con la società «consumista» o il «capitalismo ». Buona parte di tutto questi volumi (ufficialmente ammuffiti) sono stati trasformati in pasta di cellulosa e sono stati venduti a 0,12 euro al chilo, calcola il quotidiano spagnolo El Periodico. Al loro posto, le biblioteche hanno acquistato nuovi titoli, in particolare testi legati al marxismo o biografie di Che Guevara, dice la Hermoso. Nelle 56 biblioteche dello Stato di Miranda, denuncia, sono stati ritirati 46.000 volumi durante la precedente gestione filogovernativa. Fra i testi scomparsi ci sarebbero anche centinaia di copie di saggi dell’ex capo di Stato venezuelano Romulo Betancourt. Sua figlia, ex direttrice dell’Istituto della Biblioteca Nazionale, ha ricordato all’Universal che in totale si parla di quasi 65.000 libri: «Mi sembra un po’ strano che abbiano tutti delle muffe ». Per le autorità venezuelane sono accuse infondate. Il responsabile della Biblioteca Nazionale, Ignacio Barreto, ribatte: «Muffe e insetti non conoscono l’ideologia »: i testi erano in pessime condizioni. Il contenuto, le idee – assicura – non c’entrano nulla.In un articolo, Barreto ha denunciato una campagna informativa che vorrebbe presentare Chavez come un «biblioclasta», dimenticando che proprio questo governo ha fatto importanti sforzi per promuovere la lettura, ad esempio con la “Missione Cultura”. I gusti letterari del presidente hanno fatto il giro del mondo durante l’ultimo Vertice delle Americhe, quando ha regalato a Barack Obama un classico della sinistra sudamericana: «Le vene aperte dell’America Latina» dell’uruguayano Eduardo Galeano. Lo scorso anno – su richiesta di un’agenzia del governo – un canale televisivo venezuelano cancellò la trasmissione del cartone animato «I Simpson», perché «non adatto» alla fascia oraria infantile: venne sostituito dalla serie «Baywatch ». Fra una polemica e l’altra, le nazionalizzazioni vanno avanti. L’ultima legge promulgata da Chavez riguarda la possibilità di espropriare le aziende che prestano servizi collaterali al settore petrolifero: dalle tuberie alle imbarcazioni, dai moli al trasporto di personale. Quanto alla risoluzione approvata dall’Europarlamento che critica «il deterioramento della democrazia» in Venezuela, Chavez taglia corto: «Puzza di marcio. È un’immondizia di documento».