giovedì 24 gennaio 2019
Il presidente dell'Assemblea nazionale prende il comando dell'esecutivo per arrivare a nuove «libere elezioni». Ma l'esercito non lo sostiene. Sedici morti
Juan Gauido si è autoproclamato presidente pro tempore del Venezuela (Ansa)

Juan Gauido si è autoproclamato presidente pro tempore del Venezuela (Ansa)

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Dopo un fallito golpe e un’ulteriore condanna dell’opposizione da parte della Corte suprema, lo scontro istituzionale in Venezuela ha ieri raggiunto un nuovo apice. Il presidente dell’Assemblea nazionale del Venezuela, Juan Guaidò, si è autoproclamato «presidente pro tempore» del Paese, da anni alle prese con una grave crisi politica, economica e umanitaria. E subito Donald Trump lo ha riconosciuto. L'esercito invece non lo sostiene: lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Vladimir Padrino Lopez.

«Giuro di assumere formalmente le competenze dell’esecutivo nazionale come presidente incaricato del Venezuela per arrivare alla fine dell’usurpazione, ad un governo di transizione e indire libere elezioni», ha dichiarato Guaidò in piazza Juan Pablo II a Caracas, davanti a migliaia di persone che partecipavano alla manifestazione contro il governo di Nicolas Maduro. Guaidó ha poi rivolto un appello alle Forze armate, chiedendo loro di «ristabilire la costituzione» nel Paese sudamericano, facendo temere che nei prossimi giorni si possa arrivare allo scontro armato.

Maduro si è insediato due settimane fa per un secondo mandato da presidente del Venezuela, ma la sua seconda elezione è stata contestata come irregolare dall’opposizione e da buona parte della comunità internazionale.

E la Casa Bianca appare pronta ad andare oltre il sostegno a parole. Ieri il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha chiesto a Maduro di dimettersi e ha invitato le forze armate venezuelane a ripristinare la democrazia, mentre altri membri del gabinetto Trump avvertivano che «tutte le opzioni» erano aperte in caso il presidente venezuelano «facesse del male» a un membro dell’opposizione. Oggi il ministro degli Esteri russo ha messo in guardia gli Usa da un intervento militare in Venezuela.

Sulle reti sociali si moltiplicavano le immagini della manifestazione che, oltre a Caracas, ieri ha riempito le piazze anche di altre città venezuelane come Barquisimeto, Maracaibo, Barinas e San Cristobal. Nella capitale però si svolgeva anche la contro-manifestazione dei simpatizzanti di Maduro. Una situazione esplosiva che ieri ha già provocato sedici vittime.

Intanto stanno già arrivando i riconoscimenti del nuovo status quo in Venezuela da parte di diversi stati, oltre agli Usa. Il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (Oas), Luis Almagro, ha subito riconosciuto Juan Guaido come presidente ad interim del Venezuela. «Le nostre congratulazioni a Juan Guaido come presidente pro tempore del Venezuela. Ha tutta la nostra riconoscenza per dare impulso al ritorno della democrazia nel Paese», ha scritto su Twitter Almagro, menzionando l'account Twitter di Guaido.

A seguire anche i governi di Brasile, Perù, Ecuador, Bolivia, Costa Rica e Paraguay hanno riconosciuto oggi Juan Guaido, presidente dell'Assemblea Nazionale di Caracas, come presidente del Venezuela. E pure il Canada è pronto a riconoscerlo, lo hanno riferito fonti ufficiali alla canadese Cbc.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk appoggia Juan Guaidò e lo fa via Twitter: «Spero che tutta l'Europa si unisca a sostegno delle forze democratiche #Venezuela». E aggiunge che «a differenza di Maduro, l'Assemblea parlamentare, compreso Juan Guaidò ha un mandato democratico da parte dei cittadini venezuelani».

D'altro canto altri stati come il Messico, Cuba e la Turchia continuano a sostenere come presidente del Venezuela Maduro.



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