martedì 7 luglio 2015
In Montana una «domanda di matrimonio». I giudici: le unioni gay non fanno precedente. C’è chi ritiene fondato il pericolo di un’ulteriore breccia per la famiglia
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I giudici della Corte suprema che hanno legalizzato le nozze gay negli Stati Uniti sono stati i primi a riconoscere il rischio: dichiarare l’unione matrimoniale fra persone dello stesso sesso un diritto costituzionale, equiparandola a quella fra un uomo e una donna, avrebbe avuto conseguenze indesiderate? L’apertura alla poligamia, ad esempio? Secondo i gruppi di persone legati in unioni poligame negli Usa, la risposta è sì. Tanto che in Montana, il poligamo Nathan Collier e le sue due «mogli» Victoria e Christine, ispirati proprio dalla vittoria delle nozze gay, hanno già presentato domanda di licenza matrimoniale. Collier ha assicurato che, se gli verrà negata, andrà fino in fondo e farà causa all’amministrazione comunale: «Se si tratta di uguaglianza del matrimonio, non si può avere quello gay senza la poligamia», ha detto.Anthony Kennedy, il giudice del massimo tribunale Usa che ha stilato l’opinione della maggioranza, si è preoccupato di precisare che la sentenza del 26 giugno scorso non avrebbe creato un precedente favorevole alla legalizzazione dei matrimoni fra più di due persone. Ma la sua affermazione che si tratta di due «situazioni diverse» non ha rassicurato gli osservatori. Molti hanno fatto notare quanto sia malleabile la definizione di Kennedy del matrimonio come una «società mista» nella quale, scrive, «insieme si possono trovare altre libertà, come espressione, intimità e spiritualità». E conclude: «Al momento di formare una unione matrimoniale, due persone diventano qualcosa di più grande di quello che erano». Ma se due è meglio di uno, perché quattro non dovrebbe essere meglio di due? Kennedy precisa che il matrimonio «incarna i più alti ideali di amore, fedeltà, devozione, di sacrificio e di famiglia». Ma non spiega come questi ideali aiutino a distinguere l’omosessualità dalla poligamia.I quattro giudici di minoranza hanno evidenziato proprio quel pericolo. «Gran parte dei ragionamenti della maggioranza in sostegno delle unioni omosessuali si possono applicare con la stessa logica alla pretesa di un diritto fondamentale alle unioni plurime – ha scritto, anche a nome dei suoi tre colleghi dissenzienti, il presidente della Corte, John Roberts –. Anche se la maggioranza inserisce l’aggettivo “due” in vari passaggi della sentenza, non offre nessuna ragione per cui l’elemento di due persone come componenti del nucleo del matrimonio deve essere conservato, mentre l’elemento uomo-donna non deve. In effetti, dal punto di vista della storia e della tradizione, un salto dal matrimonio eterosessuale al matrimonio tra persone dello stesso sesso è molto più grande di quello di una unione di due persone alle unioni plurime, che hanno radici profonde in alcune culture».Il giudice Samuel Alito, pure contrario alla legalizzazione del matrimonio gay, ha aggiunto che ora uno Stato americano non ha terreno legale sul quale appoggiarsi per negare di celebrare il matrimonio fra un uomo e due donne. Per il momento, la poligamia è illegale a livello nazionale negli Stati Uniti, e tentativi recenti di ribaltare i divieti non hanno avuto successo. La maggior parte dei nuclei poligami negli Usa vivono nello Utah e si dichiarano mormoni, anche se la chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni ha vietato la pratica nel 1890. Ma alcuni osservatori fanno notare che il matrimonio gay è stato legalizzato dopo che l’opinione pubblica americana si è dimostrata più aperta nei suoi confronti, e che il supporto popolare della poligamia è in aumento.Secondo i dati del centro di sondaggi Gallup, il sostegno negli Usa è aumentato dal 5 per cento nel 2006 al 16 per cento di oggi. Il salto più grande si e verificato nel 2011, dopo la messa in onda del reality show «Io e le mie mogli», che racconta la vita di una famiglia poligama che ha vissuto nello Utah e in Nevada.Negli ultimi anni, inoltre, molti gruppi poligami hanno cominciato a lottare per la legalizzazione del matrimonio omosessuale, anche quando è contrario alle loro convinzioni religiose, perché lo vedono come una crepa nella difesa della famiglia tradizionale sulla quale fare leva per far cadere ogni resistenza alla loro situazione. E, prendendo spunto da come si è evoluta l’opinione sul matrimonio gay, hanno capito che approdare in tv e mostrarsi al grande pubblico come «normali» è una componente importante, soprattutto per demolire l’immagine di comunità recluse e totalitarie, con spose bambine e leader dispotici. Non a caso, negli ultimi anni i telefilm e i reality sulla poligamia negli Usa si sono moltiplicati.
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