«Mi assumo le responsabilità della sconfitta». Il presidente americano Barack Obama non nasconde l'insuccesso elettorale del partito democratico alle elezioni di mid term con la Camera che va sotto il controllo dei repubblicani. In una conferenza stampa per valutare il voto di ieri, Obama si assume le responsabilità della sconfitta del suo partito, che mantiene la maggioranza al Senato, ma accusa anche la perdita in diversi Stati dell'Unione della poltrona di governatore.Obama è pronto a collaborare con il Congresso e in particolare con tutte le forze politiche, ma pone alcuni paletti. «Nessun partito può dettare l'agenda», ha chiarito. Obama, in modo esplicito, ha lanciato un messaggio inequivocabile a John Boehner, nuovo speaker della Camera dei rappresentanti, che nel suo primo intervento ha parlato più da inquilino della Casa Bianca che da presidente di un ramo del Congresso.«Noi siamo la vera voce del popolo americano, e come tale siamo pronti a riportare il Paese nella giusta direzione»: in questi termini il leader dei deputati repubblicani, John Boehner, si è presentato oggi a Washington nella prima conferenza stampa post elettorale.Parlando da nuovo speaker della Camera in pectore (sarà lui, in quanto leader della nuova maggioranza, a prendere il posto di Nancy Pelosi), Boehner ha sottolineato che la priorità dei repubblicani è quella di ridurre la spesa pubblica. «Perchè questo ci chiede la gente, ed è questa la ragione per cui noi siamo al Congresso: far sentire la voce della gente», ha detto.Ma ha evitato di scendere nello specifico delle voci di spesa, limitandosi a sottolineare un unico punto fermo: i repubblicani intendono collaborare con il presidente e con i colleghi democratici. Ma solo se saranno varate politiche di contenimento e riduzione della spesa.«Lavoro, lavoro, lavoro - ha detto Boehner - questa è la priorità. Dovremo prendere molte decisioni importanti nei prossimi mesi». Tutte orientate a questa linea guida: cambiare in modo radicale la ricetta economica finora seguita dal presidente Obama, che si basa su una spesa pubblica giudicata dai repubblicani non solo eccessiva ma "anti-americana".Boehner, e con lui il capogruppo dei senatori Mitch McConnell, hanno evitato toni trionfalistici. Hanno accolto la vittoria alla Camera con legittima soddisfazione, ma senza enfasi. «Il popolo americano ha fatto sentire la sua voce, e l'ha fatto in modo chiaro. Ora ci aspetta del lavoro concreto da fare. Questo non è il tempo delle celebrazioni», ha detto Boehner. E McConnell ha aggiunto: «Quello ottenuto ieri è il primo passo nella direzione del cambiamento». I repubblicani hanno vinto in modo chiaro, ma questo non significa che di punto in bianco i problemi che l'America ha di fronte siano ora più facili da risolvere. Nel pomeriggio, quando mancano ancora i dati da alcuni Stati, i risultati ufficiali danno alla Camera 239 seggi ai repubblicani, 185 ai democratici e 11 seggi ancora da assegnare. Al Senato i democratici mantengono 51 seggi, i repubblicani 46, 3 restano da assegnare. Alla luce di questi rapporti di forza, il primo obiettivo repubblicano sarà questo: smantellare la riforma sanitaria varata dall'amministrazione Obama.«Faremo tutto ciò che potremo per abrogare la riforma - ha sottolineato Boehner -. È la gente che lo chiede». Una visione diametralmente opposta a quella espressa dal riconfermato capogruppo democratico al Senato, Harry Reid, che dopo la vittoria in Nevada ha commentato: «Siamo pronti a collaborare con i colleghi repubblicani, nell'interesse del Paese. E siamo orgogliosi di aver varato la riforma sanitaria, una legge che evita al Paese di andare in bancarotta». Boehner ha evitato di scendere nello specifico. Ha riferito di aver avuto «una piacevolissima conversazione» con il presidente Obama, e ha concluso in questi termini: «Cercheremo di lavorare insieme». Come? Nessuna risposta.