martedì 22 maggio 2012
Diocesi, scuole e associazioni cattoliche americane hanno citato in giudizio l’amministrazione Obama in 8 Stati contro il mandato federale che impone a tutti i datori di lavoro – indipendentemente dai loro valori morali – di offrire copertura sanitaria per il controllo delle nascite e per l’aborto dei propri dipendenti.
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​Alla fine è scattata la denuncia. Tutte le diocesi, scuole e associazioni cattoliche americane, comprese università di peso come l’ateneo di Notre Dame, hanno ieri citato in giudizio l’Amministrazione Obama in 8 Stati più il District of Columbia (Washington) contro il mandato federale che impone a tutti i datori di lavoro – indipendentemente dai loro valori morali e senza concedere eccezioni per l’obiezione di coscienza – di offrire copertura sanitaria per il controllo delle nascite e per l’aborto dei propri dipendenti. La regola è una misura applicativa della riforma sanitaria voluta dal presidente Usa, che la conferenza episcopale statunitense difende per il suo tentativo di offrire copertura sanitaria a basso costo alle famiglie che non possono permetterselo. I vescovi Usa hanno invece promesso battaglia contro l’obbligo imposto al gruppi e associazioni religiose, che hanno definito, un «attacco senza precedenti» alla libertà religiosa. «Abbiamo provato a dialogare e a trovare un accordo con l’Amministrazione e di far approvare una nuova legge in Congresso – ha detto ieri il cardinale Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York e presidente dei vescovi Usa – ma non abbiamo trovato nessuna soluzione. Non molliamo. Il tempo sta per scadere e un diritto fondamentale è messo in gioco, quindi abbiamo deciso di appellarci ai tribunali».
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