giovedì 28 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
NAIROBI Dopo oltre due anni di guerra civile, l’ex capo ribelle, Riek Machar, è tornato nella capitale sudsudanese, Juba. Ieri ha giurato per la seconda volta come primo vice presidente. «Sono totalmente impegnato nel procedere con la realizzazione dell’accordo di pace – ha promesso ieri Machar –. Dobbiamo rilanciare il prima possibile il processo di guarigione e riconciliazione nazionale». Il presidente sudsudanese, Salva Kiir, riferendosi a Machar con il termine di «fratello», ha espresso la sua soddisfazione: «Il suo ritorno segna la fine della guerra», ha affermato Kiir. Dopo diversi giorni ad attendere l’arrivo di Machar, ora l’accordo di pace prevede la formazione di un governo transitorio. E i dubbi restano molti. Sono oltre 10mila i morti e 2 milioni i profughi provocati dalle violenze. Le tensioni si sono sentite anche nell’estremo est del Paese, al confine con l’Etiopia. È in questa area che l’esercito di Addis Abeba è attualmente alla caccia dei miliziani di etnia murle, accusati di aver ucciso due settimane fa oltre 200 civili di etnia nuer e sequestrato altri 104 nella regione etiope di Gambella. Le autorità hanno confermato ieri di aver arrestato «41 sudsudanesi legati all’attacco». © RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: