Profughi, l'Europa divisa trova la quadra solo arrivando al voto sui tanto discussi ricollocamenti. Nonostante le trattative frebbrili i ministri degli
Interni della Ue, vista l'impossibilità di raggiungere
l'unanimità, hanno deciso di votato a maggioranza qualificata approvando il
documento sui migranti presentato dalla presidenza della Ue. Romania, Repubblica ceca, Slovacchia e
Ungheria hanno votato contro. La Finlandia si è astenuta.
Italia e Grecia i paesi da aiutare. In una
prima fase verranno redistribuiti 15.600 profughi dall'Italia e
50.400 dalla Grecia, come inizialmente previsto dalla proposta:
i 54 mila che avrebbero dovuto partire dall'Ungheria, che
invece si è opposta al meccanismo rinunciando anche alla sua
"quota", saranno redistribuiti in una seconda fase fra le
stesse Italia e Grecia. La presidenza lussemburghese avrebbe
preferito ottenere un consenso e aveva per questo già
eliminato dal testo della proposta l'obbligatorietà della
ripartizione, ma poichè i quattro paesi "ostili" non hanno
cambiato idea si è deciso di procedere con il voto, visto che
per questi temi è previsto che le decisioni possano essere
prese a maggioranza qualificata. Il testo approvato prevede che
ai paesi che, per motivi eccezionali, chiedono di non
accogliere una parte dei profughi assegnati, sia concessa una
proroga di non più di un anno per non più del 30% dei
richiedenti asilo che gli spetterebbero.
Nel tentativo di frenare l'ondata di profughi, il governo
ungherese continua fare ricorso alla costruzione di nuove
barriere: un decreto firmato dal premier, Viktor Orban, chiede
ai ministri dell'Interno e della Difesa di preparare nuove
barriere, anche se non specifica dove (la stampa ipotizza che
potrebbe essere nella provincia di Zala, alla frontiera con la
Croazia, da dove entrano dalla settimana scorsa migliaia di
rifugiati ogni giorno). Scontri fra profughi e polizia
croata sono scoppiati nel villaggio di Opatovac, dopo che a
causa dell'affollamento ad alcuni richiedenti asilo è stato
impedito di accedere al centro di accoglienza per la
registrazione. La Croazia ha anche revocato dopo poco più di
24 ore il blocco del traffico pesante dalla Serbia.
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L'Ocse un milione di profughi in arrivo. L'ondata migratoria in atto in
Europa rappresenta una "crisi umanitaria" con "un costo umano
spaventoso e inaccettabile", che nel solo 2015 potrebbe portare
a un milione di richieste di asilo nell'Ue: è quanto si legge
nel rapporto 2015 sulle "Prospettive delle migrazioni
internazionalì elaborato dall'Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse)", presentato alla
vigilia del Consiglio Europeo straordinario di domani a
Bruxelles.
Nel documento si afferma che l'attuale numero di migranti
"non trova paragoni recenti" e si ipotizza pertanto che entro
l'anno nei Paesi dell'Ue potranno essere presentate
complessivamente un milione di richieste di asilo, ma con
tutela garantita solo per "350.000-450.000" persone.
In Italia il 3% dei rifugiati. Intanto un altro rapporto, sottolinea che meno del 10% dei rifugiati arriva in Europa, e di questi meno del 3% in Italia, ovvero meno del 3
per mille del totale. Sono solo alcuni dei dati contenuti nel
"Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015"
presentato oggi da Anci, Caritas Italiana, Cittalia,
Fondazione Migrantes e Sprar in collaborazione con Unhcr.
Nel 2014 le domande di protezione internazionale presentate
nel nostro Paese sono state quasi 65mila, con un forte aumento
(+142,8%) rispetto al 2013 quando erano state circa 27mila. In calo invece l'immigrazione normale.
Merkel: sicurezza frontiere sia europea. La cancelliera tedesca Angela Merkel proporrà domani al Consiglio europeo straordinario una riforma della zona Schengen, perché nel futuro la sicurezza delle frontiere esterne dell'Ue sia materia comune e non dei singoli Paesi.
Mattarella: no alla chiusura delle frontiere. Nel frattempo Sergio Mattarella avverte l’Ungheria che «la chiusura delle frontiere» «il filo spinato» sono «soluzioni illusorie», e richiama la coesione e la compattezza dell’Europa perché «i fenomeni migratori possono essere governati e regolati. Ma non possono farlo i singoli paesi da soli. Serve l’Unione europea nel suo complesso».
Gentiloni: rivedere Dublino, l'Ue troppo lenta. Quella di rivedere le regole di Dublino è una idea che sosteniamo da qualche mese, anche se bisogna farlo con gradualità. La velocità delle decisioni dell'Ue è insufficiente rispetto ai flussi migratori e alle tensioni che questi provocano tra i diversi Paesi" ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.