I gay sono "disgustosi". Le sprezzanti
dichiarazioni usate dal presidente
Yoweri Museveni, seguite
dalla pubblicazione da parte di un giornale di una lista di
duecento gay - con tanto di nomi e cognomi - acuiscono il clima
di odio e di intolleranza contro gli omosessuali già fortemente
discriminati nel Paese africano.
Una ferocia e una violenza non solo verbale che arriva
all'indomani del varo da parte del presidente di una durissima
legge anti-omosessuali che prevede anche l'ergastolo.In questo contesto fortemente omofobo si inserisce la scelta
di un tabloid, il
Red Pepper, di denunciare pubblicamente
duecento
presunti gay del Paese. Pochissimi in Uganda fanno "coming out" e
la pubblicazione di questo elenco ricorda a molti una lista
simile resa nota nel 2011 da un altro tabloid, poi chiuso, che
chiedeva l'esecuzione dei gay.Sconcerto è stato espresso dal segretario di Stato Usa
John
Kerry, che ha definito il via libera al provvedimento "un
tragico giorno per l'Uganda e per tutti coloro a cui stanno a
cuore i diritti umani". Kerry ha poi avvertito che gli Usa
potrebbero tagliare gli aiuti a Kampala.
Critiche anche da
Christoph Benn, direttore delle relazioni
esterne del Global Fund contro Aids, Tbc e malaria che vede
nella nuova normativa non solo una minaccia ai diritti umani ma
anche un problema di salute, perché i gruppi discriminati, dove
spesso i tassi delle malattie sono più alti, non possono essere
raggiunti dagli operatori.Nel continente africano ci sono
Paesi - come
Mauritania, Sudan e Somalia - dove per l'omosessualità è addirittura
prevista la pena di morte. In
Nigeria, dopo il varo di una legge
draconiana, attivisti e ong hanno registrato arresti e casi di
torture e di punizioni corporali. In
Zambia due uomini rischiano fino a 14 anni di carcere perché arrestati con
l'accusa di sodomia.