Stop al processo di pace per l'Ucraina. Sono saltati i colloqui previsti per oggi a Minsk tra il governo di Kiev e i ribelli filorussi. Lo ha reso
noto il portavoce del ministero degli Esteri bielorusso. "Non
ci sarà alcuna riunione del gruppo di contatto oggi", ha detto
Dmitry Mironchik. Il cosiddetto Gruppo di contatto Trilaterale,
in cui siedono anche mediatori russi e dell'Organizzazione per
la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), avrebbe potuto
fare da sfondo alla firma dell'accordo di pace definitivo tra
le parti. Ma in realtà anche se mercoledì Kiev e i ribelli
filorussi hanno avuto un'intensa giornata di negoziati, si sono
registrati ben pochi progressi. Il portavoce del governo di Minsk ha comunque confermato che la "Bielorussia è sempre pronta a offrirsi come sede del
negoziato".
Comunque i ribelli filorussi dell'est dell'Ucraina hanno annunciato di avere concluso un accordo con Kiev per avviare prossimamente uno scambio dei prigionieri.
"C'è un accordo" per lo scambio di 225 ucraini detenuti dai separatisti contro 150 ribelli incarcerati dalle autorità ucraine, ha reso noto il "presidente" della Repubblica autoproclamata di Lugansk Igor Plotnitski, citato dall'agenzia
russa Ria-Novosti. "È possibile" che lo scambio dei prigionieri avvenga nel
fine settimana, ha aggiunto.
A incidere sullo stop dei colloqui in Bielorussia potrebbe essere stata la questione dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato in tempi stretti. "Gli sforzi di Kiev di unirsi alla Nato sono pericolosi per l'Ucraina ma anche per l'Europa
stessa e l'Occidente sta usando il tentativo di Kiev come uno
strumento per aizzare il confronto tra la Russia e l'Ucraina -
lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov -.
La stessa idea dell'aspirazione ucraina ad unirsi alla Nato è pericolosa per il popolo ucraino perchè non c'è alcuna unità in questo concetto, e per la sicurezza europea".
Il ministro ha ricordato che il sistema di sicurezza dell'Alleanza atlantica
impegna i Paesi membri alla sicurezza reciproca. "Ma - ha aggiunto - nessuno può garantire la propria sicurezza in violazione della sicurezza degli altri e nessuno può spostare la linea di divisione ereditata dalla Guerra Fredda". Il ministro ha però sottolineato che "la Russia non vuole alcuna guerra, nè lontano nè vicino".