sabato 1 febbraio 2014
​Il segretario di Stato americano: «In nessun luogo la lotta per un futuro democratico ed europeo è più importante che in Ucraina». Il ministro russo: l'Ue non interferisca negli affari interni di Kiev.
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Il segretario di Stato americano John Kerry vedrà stasera, in colloqui separati, ​alcuni membri dell'opposizione ucraina tra cui Arseniy Yatsenyuk, leader dell'Unione Pan-Ucraina Patria, il partito dell'ex premier Yulia Tymoshenko, attualmente in carcere. Gli incontri avvengono a margine dei lavori dell'annuale Conferenza sulla Sicurezza in corso a Monaco di Baviera. Il partito accusa il governo ucraino di voler imporre lo "stato di emergenza": andrebbe in tale direzione la richiesta, ieri, dell'esercito al presidente Viktor Ianukovich di "assumere misure di emergenza". Da Monaco il segretario Usa John Kerry ha preso posizione a favore dei manifestanti pro-europeisti che contestano le scelte del governo: Stati Uniti e Unione Europea, ha detto, "sono al fianco del popolo dell'Ucraina" nella sua "lotta per il diritto a unirsi con partner che lo aiutino a realizzare le proprie aspirazioni". Il popolo ucraino, ha ricordato a proposito della decisione del presidente filo-russo di congelare l'Accordo di associazione e libero scambio con l'Ue per riavvicinarsi a Mosca, "ha deciso che non deve essere legato a un Paese soltanto, e che sicuramente non deve esservi costretto". Secondo il capo della diplomazia Usa, "in nessun luogo la lotta per un futuro democratico ed europeo è più importante che in Ucraina". La Russia e altri Stati terzi, ha concluso Kerry, "non debbono vedere nell'integrazione in Europa dei loro vicini un gioco a somma zero", in cui i vantaggi degli altri equivalgono necessariamente a un proprio svantaggio. Non si è fatta attendere la replica di Mosca. Con un durissimo attacco all'Unione Europea, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha accusato i Ventotto d'interferire nei fatti interni dell'Ucraina e di appoggiare l'escalation di violenze nelle proteste anti-governative. "Perché molti eminenti politici comunitari incoraggiano di fatto simili gesti quando poi, una volta tornati a casa loro, sono lesti a punire severamente qualsiasi violazione della legge?", si è chiesto Lavrov durante un dibattito alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, replicando al presidente del Consiglio Europeo, il belga Herman van Rompuy, il quale aveva appena affermato che l'Ucraina deve essere libera di scegliere il proprio futuro.
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