Malgrado l'accordo di conciliazione
raggiunto nel vertice a quattro di giovedì a Ginevra, la
situazione in Ucraina non è sostanzialmente cambiata: le
milizie filo-russe delle regioni orientali non hanno accettato
di deporre le armi, come previsto dal documento, e le autorità
di Kiev di conseguenza hanno ammesso di non fidarsi.Combattimenti sarebbero ancora in corso a
Slaviansk, nella regione di Donetsk, uno dei punti nevralgici
del conflitto tra governativi e separatisti: secondo testimoni
oculari, un commando di paracadutisti avrebbe assaltato e
distrutto un posto di blocco degli insorti a Serheyevka,
villaggio situato alle porte della città, uno dei tanti eretti
dai russofoni per bloccarne gli accessi. Sarebbero risuonate
raffiche di armi automatiche, e almeno una persona sarebbe
rimasta uccisa. La zona sarebbe sorvolata da elicotteri
militari. I sei blindati strappati l'altroieri a una colonna
dell'Esercito regolare restano parcheggiati in strada.Dal canto suo il leader dell'auto-proclamata Repubblica
Popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha avvertito che l'intesa
ginevrina non vincola i secessionisti, aggiungendo che i suoi
seguaci sgombereranno gli edifici pubblici occupati, come
stabilito, soltanto quando l'attuale dirigenza di Kiev si sarà
fatta. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a Ginevra
"non ha firmato nulla per nostro conto, lo ha fatto soltanto
per conto della Federazione Russa da parte", ha ammonito
Pushilin, che ha guadagnato una dubbia notorietà con il
controverso ordine di registrazione forzata, pena l'espulsione,
impartito due giorni fa ai concittadini di fede ebraica.Gli ha indirettamente replicato il premier ad interim
Arsenyi Yatsenyuk: davanti alla Rada Suprema, il Parlamento,
Yatsenyuk ha spiegato che l'accordo è stato sì sottoscritto,
ma "non nutriamo alcuna ragionevole aspettativa" su quello che
ne scaturirà. Poi una contro il Cremlino: "La Russia non aveva
altra possibilità che firmare, e condannare l'estremismo", ha
sottolineato. "Avendo apposto la sua firma, ha in effetti
chiesto a certi 'manifestanti pacificì, muniti di fucili
d'assalto e di batterie di missili anti-aerei, di deporre le
armi e di consegnarle", ha ironizzato.Alla frontiera tra i due
Paesi, nel frattempo, decine di cittadini russi che cercavano
di varcarla sarebbero stati sistematicamente respinti.