Il tutto è durato qualche secondo, appena il tempo di rendersene conto. Alice si era sposata da due settimane e con Christian era sul lungomare di Venice Beach, a Los Angeles, una delle spiagge più note della California meridionale. Mano nella mano con il marito, per una delle tappe più suggestive di viaggio di nozze sognato da tempo: felici, spensierati, ad aspettare il tramonto sull'Oceano Pacifico. È lì che la morte le è piombata addosso all'improvviso, sotto forma di un'auto scura di grossa cilindrata, impazzita, che l'ha centrata in pieno. Altre undici persone sono rimaste ferite, fra le quali Christian, in condizioni non gravi.Alice Gruppioni, 32 anni, viveva a Pianoro dove lavorava in una nota ed importante azienda che produce termosifoni. Fondata dal nonno più di 50 anni fa, adesso gestita dal padre Valerio, il
Sira group negli anni è cresciuto, ha aperto stabilimenti anche in Cina e Romania, ma è sempre rimasta legatissima a Pianoro, centro alle porte di Bologna dove la famiglia Gruppioni e conosciuta e stimata. All'inizio degli anni '90 la famiglia si era impegnata anche nel Bologna calcio, di cui Valerio Gruppioni è stato anche vicepresidente. Erano le sei di pomeriggio a Venice Beach (le tre di notte in Italia) quando la vita di Alice è finita così. Lei e Christian erano arrivati a Los Angeles dopo un giro nel quale avevano visitato Las Vegas, il Grand Canyon, la Monument Valley. Christian non è ferito gravemente, almeno nel fisico. Ma sta come una persona che ha visto morire a fianco a sé la donna della sua vita. Una felicità spezzata, all'improvviso, senza saperne il perché. Due ragazzi seri e semplici, come li ricorda anche monsignor Paolo Rubbi, parroco di Pianoro, che il 20 luglio li ha sposati. Giovani, belli, affermati: architetto lui, pilastro dell'azienda di famiglia lei. E che, come ricorda il sacerdote, «volevano veramente sposarsi»
La dinamica dell'incidente«Senza un motivo». Sono senza parole gli inquirenti californiani dopo aver interrogato Nathan Campbell, l'uomo di 38 anni alla guida di un'auto nera che sabato sera ha investito e ucciso Alice Gruppioni oltre a ferire undici persone, tra cui il marito Christian Casadei. Dopo essersi consegnato alla polizia Campbell avrebbe confessato di non avere avuto alcuna ragione particolare per compiere il fatale gesto. È stato un atto di follia, alle sei di sera di sabato, sull'area pedonale della passeggiata sul lungomare di Venice, non protetta da alcuna transenna o barricata, una delle mete turistiche più note di Los Angeles. La popolare passeggiata brulicava di persone, tra gallerie, artisti di strada, caffè all'aperto, il risuonare dei bonghi sulla spiaggia. Una sera d'estate come un'altra, colorata, tra le palme, l'immensa spiaggia e l'immancabile brezza, con il sole pronto a tuffarsi nell'Oceano Pacifico così da regalare l'ennesimo straordinario tramonto alle frotte di turisti. Tramonto che nessuno ieri ha notato; macchiato di sangue, di panico, di urla, di morte, come hanno raccontato i tanti testimoni di una scena che pare presa da un film, con un'auto a tutta velocità che sul marciapiede semina il panico tra i pedoni.«Andava almeno a ottanta, cento chilometri all'ora e dopo avere investito una ragazza e devastato alcuni banchetti dei venditori ambulanti ha addirittura accelerato. È stato terribile, c'era sangue ovunque e centinaia di persone che scappavano», raccontato una turista. Tra quelle persone c'erano anche la giovane Alice Gruppioni e il marito Christian Casadei che non ha subito alcuna ferita ma che ha assistito alla morte della moglie, in tarda serata nell'ospedale di Marina del Rey. L'uomo verrà ora raggiunto dai parenti ed è stato assistito dai funzionari del consolato italiano, tra cui il console Giuseppe Perrone: «Un fatto terribile. Sei nel momento più bello della vita e ti accade un fatto così drammatico. Lui è distrutto, e incredulo». La salma della giovane, dopo gli accertamenti del medico legale e alcune procedure burocratiche di routine verrà rimpatriata in Italia.