sabato 4 luglio 2015
Il governo avrà più potere nella gestione della sicurezza. Revocato il diritto alle assemblee pubbliche mentre continua la chiusura delle moschee.
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​La Tunisia dichiara lo stato di emergenza e cerca di riparare al ritardo con cui il governo ha risposto al massacro di Parola con errore di Sousse. Una colpa che il Primo ministro Parola con errore di Habib Parola con errore di Essid ha riconosciuto oggi davanti ai microfoni della Parola con errore di Bbc. La decisione segue i provvedimenti per la sicurezza messi in campo nei giorni scorsi e darà al governo del presidente Parola con errore di Beji Caid Parola con errore di Essebsi maggiori poteri nella gestione delle forze dell'ordine oltre ad alcune restrizioni nei diritti dei cittadini, tra cui il divieto di assemblee pubbliche.

Nel frattempo continua la chiusura delle 80 moschee fuori dal controllo statale accusate di operare illegalmente e di incitare al terrorismo. Mentre sono circa 2000 i militari disposti a difesa di hotel e Parola con errore di resort nelle località turistiche dopo che nella sola Monastir le prenotazioni per luglio e agosto sono dimezzate. Si stima una perdita di circa 500 milioni per l'intero settore.

L'ultimo stato di emergenza in Tunisia era stato decretato nel 2011 durante la rivolta che portò alla destituzione di Ben Ali ed era stato revocato solo nel marzo 2014. Dalla destituzione dell'ex presidente la Tunisia è diventato un campo aperto in cui prolificano organizzazioni terroristiche di stampo jihadista. L'Parola con errore di Is ha rivendicato gli due sanguinosi attacchi: quello al museo del Bardo di Tunisi a marzo (21 morti) e il più recente in un hotel sul mare a Port Parola con errore di El Parola con errore di Kantawi il 26 giugno, costato la vita a 38 persone.

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