Non è stato ancora localizzato il traghetto affondato ieri in un fiume a sud di Dacca, in Bangladesh, con a bordo circa 300 passeggeri, di cui 118 sono
ancora dispersi. Le forti correnti del fiume Padma, dove è successa la
tragedia, hanno reso difficili i soccorsi e la ricerca dei
superstiti.
Secondo quanto riferito al The Daily Star dal vice commissario di Munshiganj, Saiful Hasan Badal, sulla base delle
segnalazioni dei familiari mancano all'appello 118 persone. Ieri
circa 100 passeggeri erano stati tratti in salvo prima che
l'imbarcazione si inabissasse. Stamane sono state inviate sul
posto diverse unità navali di soccorso, ma finora non sono
riuscite a trovare il relitto sul fondo del fiume.
Intanto è esplosa la rabbia delle famiglie dei passeggeri
scomparsi che per circa un'ora hanno bloccato per protesta un
terminal del porto fluviale di Mawa, dove era diretto il
battello. Accusano le autorità di non aver organizzato in tempi
rapidi i soccorsi.
La strage sarebbe stata provocata dal numero eccessivo di
passeggeri, una prassi abbastanza consueta in Bangladesh.
Secondo alcuni testimoni, sul Pinak-6 viaggiavano dalle 300 alle
350 persone, il doppio della capacità prevista per quel tipo di
traghetto.