Un missile intercontinentale russo lanciato durante una recente esercitazione. Può trasportare testate nucleari - Reuters
La «bomba sporca», l’ultima minaccia nell’escalation di accuse incrociate tra Mosca e Kiev, se verrà impiegata dalla Russia troverà schierate in Europa 150 testate nucleari tattiche Usa. In quello che è ormai uno scontro di sistemi che gioca in Ucraina la partita più importante, l’anticipazione del sito Politico è di quelle che lasciano pochi dubbi: gli Stati Uniti hanno accelerato il piano di aggiornamento delle loro bombe nucleari nelle basi Nato di sei Paesi in Europa, tra cui l’Italia. L’arrivo della bomba B61 modello 12 in Europa, prevista per la prossima primavera, sarà invece a dicembre.
Dopo che il ministero degli Esteri russo fa sapere di ritenere i satelliti Usa degli obiettivi legittimi se usati nella guerra in Ucraina, la “dottrina Putin” è riassunta in un lungo intervento al Valdai Forum di Mosca. L’Occidente - ribadisce lo zar - ha «fomentato l’escalation in Ucraina» arrivando a negare «la cultura e l’arte dei propri avversari», cosa mai fatta durante la Guerra fredda ed ora è «ad un passo dallo sterminio di chi non piace» come «i nazisti hanno bruciato i libri e in Occidente ora hanno vietato Dostoevski e Tchaikovski». Il presidente russo ricorda l’uccisione a Baghdad del capo dei pasdaran Soleimani, di cui «si può pensare qualsiasi cosa, ma è stato ucciso in un Paese terzo». Quello degli Usa è un «modello neo-liberale in crisi» e l'Occidente è «ad un passo dallo sterminio di chi non piace» mentre l’espansione della Nato è «inaccettabile».
Ma la Russia non potrà essere distrutta o strumentalizzata e «l’Occidente dovrà avviare un dialogo su base paritaria». Il leader del Cremlino evoca nuovi equilibri nel Consiglio di Sicurezza Onu «in modo che rifletta la diversità del mondo» e avverte: per gli equilibri mondiali «il decennio più imprevedibile è di fronte a noi».
Nessun passo indietro sull’Ucraina la cui sovranità «può essere garantita solo dalla Russia». Non ha senso «un attacco nucleare contro l’Ucraina» ma la Russia «sa dove gli ucraini fabbricano la bomba sporca». Con queste premesse, conclude Putin, la Russia è pronta a «risolvere qualsiasi questione» attraverso un dialogo con gli Usa. Saluta il «caro amico» Xi Jinping prima di far saper che potrebbe andare al G20 di metà novembre a Bali.
Da Pechino nelle stesse ore il ministro degli Esteri cinese Wang Yi assicura al telefono con Lavrov che la Cina «sosterrà con forza» la Russia, per «realizzare gli obiettivi strategici di sviluppo e stabilire ulteriormente lo status della Russia come una grande potenza sul palcoscenico internazionale». Mentre in Ucraina continuano i raid aerei russi e il razionamento della corrente in attesa della battaglia finale per Kherson, le aperture di Mosca in una raffica di accuse, non bastano a Washington. Joe Biden, rende noto la Casa Bianca, non ha «alcuna intenzione di incontrarsi» con Vladimir Putin al G20. Pochi giorni dopo il vertice di Bali l‘invio in Europa delle nuove testate sarà realtà.