mercoledì 1 gennaio 2025
L'uomo al volante avrebbe anche aperto il fuoco sulla gente nella centrale Bourbon Street, affollatissima per Capodanno. La polizia: «Voleva una carneficina», è stato ucciso. La lite tra agenti e Fbi
La zona dell'attacco a Bourbon Street nel cuore di New Orlerans

La zona dell'attacco a Bourbon Street nel cuore di New Orlerans - ANSA

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Il terrorismo di matrice islamica ha macchiato di sangue il Capodanno di New Orleans. E a colpire sarebbe stata di nuovo l’Isis. È di almeno 15 morti e 35 feriti il bilancio della tragedia che si è consumata poche ore dopo la mezzanotte quando un pick-up bianco, lanciato a tutta velocità nell’affollata Bourbon Street, ha falciato la folla in festa. Al volante Shamsud-Din Bahar Jabbar, 42 anni, ex militare e cittadino americano residente a Bend County, a sud di Houston, in Texas.

La dinamica del massacro è simile a quella (tristemente) vista e rivista in altri attentati. Poco dopo le 3 del mattino, le 10 in Italia, una Ford bianca cassonata si è schiantata ad alta velocità sulla gente in strada a Bourbon Street, cuore della movida locale nel quartoiere francese. Passanti che, numerosi, a quell’ora tornavano a casa dopo aver brindato al nuovo anno. Poco lontano dal luogo della tragedia, sull’argine del fiume Mississippi, si era appena concluso un concerto con gran finale di fuochi d’artificio. A un certo punto, il pick-up si è fermato: Shamsud-Din Bahar Jabbar è sceso e ha cominciato a sparare a raffica. Le testimonianze dei sopravvissuti raccontano di orrore allo stato puro: urla, sangue, cadaveri sull’asfalto. «Un corpo mi è volato addosso», ha raccontato alla Cnn la ventiduenne Kevin Garcia.

L’autore della strage è stato ucciso in una sparatoria con la polizia intervenuta dopo aver bloccato l’intero quartiere. I feriti, tra cui ci sono due agenti e due cittadini israeliani, sono stati trasferiti in cinque diversi ospedali. Poteva anche andare peggio.
Le autorità avevano rafforzato la vigilanza nel distretto, con 300 agenti in più, anche in vista del Sugar Bowl, la partita di football universitario che, per tradizione, si tiene la sera del primo gennaio. Il capo della polizia locale, Anne Kirkpatrick, ha sottolineato che l’attentatore «era determinato a fare un massacro» cercando di investire «quante più persone possibile». A bordo dell’auto, passata al setaccio dagli esperti con l’ausilio di robot, sono state trovate due armi da fuoco, un fucile e una pistola, e quattro bombe rudimentali che, se esplose, avrebbero potuto decuplicare il numero delle vittime. Agghiacciante è pure il ritrovamento di altri due ordigni esplosivi scoperti in altri luoghi dello stesso quartiere francese.

La sindaca di New Orleans, LaToya Cantrell, è stata la prima a parlare di «attacco terroristico» salvo essere poi smentita dal Fbi intervenuto, per mezzo del funzionario Alethea Duncan, a mitigare i toni. Più tardi, tuttavia, l’agenzia investigativa federale, titolare dell’inchiesta, è dovuta intervenire con una nota ufficiale a chiarire che le verifiche in corso stanno seguendo proprio la pista di un «attentato terroristico». Pista poi confermata anche dal procuratore generale Merrick Garland.

Il caso ha scosso non solo la città di New Orleans e lo Stato dela Louisiana ma l’intero Paese costretto a fare i conti, proprio all’inizio del nuovo anno, con un atto, per usare le parole dello Speaker della Camera, Mike Johnson, «di pura malvagità». Al riguardo è intervenuto pure il presidente uscente Joe Biden che ha espresso «rabbia e frustrazione». La tragedia è valsa al presidente eletto Donald Trump l’occasione invece per evocare legami tra l’attentatore e gli immigrati sottolineando, così ha commentato sul social Truth, che «i criminali che arrivano nel nostro Paese sono molto peggiori di quelli che abbiamo».

Tanti sono ancora i punti da chiarire. Gli investigatori stanno verificando i legami tra Shamsud-Din Bahar Jabbar e l’estremismo islamico considerando che l’uomo, questi i dettagli, aveva nella vettura, una Ford elettrica F-150 noleggiata sulla app Turo, una bandiera dell’Isis arrotolata. È un lupo solitario o ha agito di concerto con qualcuno, magari, dall’estero? Il Fbi lo ha chiarito senza mezzi termini : «Non crediamo che sia il solo responsabile». Le verifiche sul passato dell’uomo, che per dieci ha prestato servizio nell’esercito statunitense, hanno intanto portato a galla due crimini minori a suo carico.

Monta nel frattempo la polemica sulla facilità con cui l’attentatore ha aggirando i dissuasori mobili installati in quella zona della città sin dal 2017. Pare che alcuni di questi fossero destinati a essere dismessi e rimpiazzati, entro febbraio, da dispositivi di sicurezza più moderni e resistenti. Tra i feriti c’è pure uno studente della University of Georgia che avrebbe dovuto giocare conto il Notre Dame nel Sugar Bowl di Capodanno. L’incontro è stato rinviato. A domani.


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