Tra i casi più eclatanti, saliti alla ribalta dei media internazionali, vengono ricordati il rapimento da parte di Boko Haram delle oltre 270 studentesse di Chibok in Nigeria, la decapitazione da parte dell'Is dei 21 egiziani copti, l'uccisione di 147 persone nel campus universitario di Garissa in Kenya e il caso di Meriam Ibrahim, la giovane madre sudanese che ha partorito in carcere ed è scampata a una condanna a morte. Ma vengono citati anche casi meno noti, come quello di 5 sacerdoti cattolici uccisi in Messico nel 2014.Tra le voci sentite da The Guardian, spiccca quella del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e guida della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles. Il quale ammonisce: "Sarebbe un grave errore ridurre tutto a un conflitto tra musulmani e cristiani". Come purtroppo hanno cominciato a fare i primi autori di commenti postati sul sito.Ma l'articolo non si limita alla denuncia e al dibattito. Segnala anche, in un link di approfondimento, quali sono i 25 paesi del mondo dove è più difficile essere cristiani. Il primo è la Corea del nord. Seguono, nell'ordine: Somalia, Iraq, Siria e Afghanista. Ma ci sono anche paesi come le Maldive, l'Uzbekistan, il Qatar, l'Arabia Saudita. E il vicino Egitto.
Il quotidiano britannico di sinistra dedica la homepage al "rischio genocidio" denunciato dal Papa. E fa la lista dei 25 paesi dov'è più difficile vivere la fede.
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