Sono oltre 60 i cittadini britannici morti, fino ad oggi, combattendo per l'Isil secondo il "Daily Telegraph", il più venduto quotidiano britannico, e 43 le donne e le ragazze che hanno lasciato la Gran Bretagna per la Siria.
Il dato, confermato da fonti di governo, è il doppio di quello dello scorso anno e segnala un aumento drammatico nel numero di combattenti, nati e cresciuti nel Regno Unito, che muoiono al servizio dello Stato Islamico.
700 i britannici jihadisti dal 2012. Secondo gli esperti questa nuova cifra indica che quasi 1 ogni 10 dei 700 britannici jihadisti che sarebbero partiti per la Siria è stato ucciso o si è suicidato dal 2012 quando il conflitto ha cominciato ad attrarre i sudditi di sua maestà. Le identità di molti di coloro che sono stati uccisi sono state diffuse dall'Isil sui social network.
Anche Scotland Yard, la polizia londinese, ha confermato che quasi una donna alla settimana, in tutto il paese, è stata denunciata come dispersa alla polizia dalla propria famiglia negli ultimi dodici mesi.
Le statistiche sono state rivelate dal quotidiano britannico proprio mentre i ministri di governo stanno mettendo a punto una campagna di bombardamenti contro i terroristi islamici in Siria sulla quale David Cameron inviterà i Comuni a votare in autunno.
Aumenta resistenza contro Is. Secondo Charlie Winter, ricercatore alla "Quilliam Foundation", un centro studi londinese sul controterrorismo, lo Stato Islamico deve fare i conti con una nuova rinnovata resistenza nell'ultimo anno.
"Vi sono attacchi aerei della coalizione anti Is e offensive via terra non necessariamente soltanto quando i nemici dello Stato Islamico fanno incursioni ma anche quando i jihadisti sono in offensiva", ha detto Winter.
Il primo britannico ucciso mentre combatteva in Siria è stato Ibrahim al-Mazwagi, 21 anni, del nord di Londra, morto nell'ottobre 2013 mentre il mese scorso Talha Asmal, 17 anni, è stato il più giovane terrorista a suicidarsi dopo essersi fatto saltare in un attacco contro le forze irachene.
Attacchi nel Regno Unito. La polizia britannica teme che alcuni dei terroristi, che sono ritornati in patria dalla Siria, useranno la loro esperienza per mettere a punto attacchi in Gran Bretagna.
"Rimane una nostra priorità cercare di evitare che cittadini vadano ad unirsi a gruppi terroristici", ha dichiarato un portavoce di Scotland Yard.
Il fatto che le scuole del Regno Unito non siano obbligate a denunciare le assenze, quando gli alunni non frequentano le classi, rende molto difficile identificare bambini che scappano per entrare nelle fila dell'Is.
Lo ha denunciato il responsabile degli ispettori britannici sir Michael Wilshaw, capo dell'agenzia Ofsted.