mercoledì 5 agosto 2009
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Nuove esecuzioni sono state rese note oggi in Iran, nel giorno del giuramento del presidente Mahmud Ahmadinejad: 24 trafficanti di droga sono stati impiccati giovedì scorso nella prigione Rajai-Shahr di Karaj, 50 chilometri a ovest di Teheran. Lo notizia è stata pubblicata dal quotidiano Etemad, che cita il vice-procuratore di Teheran, Mahmud Salarkia. Le esecuzioni portano a 219 il numero di persone messe a morte in Iran dall'inizio dell'anno, secondo un conteggio della France Presse, ovvero quasi lo stesso numero di tutto il 2008, quando le condanne a morte eseguite sono state 248. Quella di Rajai-Shahr è una delle più grandi esecuzioni di massa condotte nella Repubblica islamica, seconda solo a quella del 4 luglio scorso, quando, sempre nello stesso carcere, vennero impiccate 25 persone, tutte accusate di traffico di droga."La nuova presidenza iraniana inizia in piena continuità con la precedente: con grappoli di esecuzioni - denuncia in un comunicato Amnesty International -. Ormai è evidente che il drammatico record dello scorso anno, con una media di un'esecuzione al giorno, sarà superato". Secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani infatti, le esecuzioni nel 2008 sono state 348 e l'applicazione della pena di morte è così frequente e sommaria in Iran da "porre a rischio anche gli oltre 100 imputati nel processo attualmente in corso presso il Tribunale rivoluzionario di Teheran". I 100 sono accusati di aver istigato i disordini seguiti alle elezioni presidenziali ed alla contestata vittoria di Ahmadinejad ed aver complottato per sovvertire la Repubblica islamica. Alcuni, se riconosciuti colpevoli di essere "mohareb", nemici di Dio, verrebbero condannati a morte. In Iran la pena capitale è prevista per diversi reati, tra i quali l'omicidio, il traffico di stupefacenti la rapina a mano armata, la violenza carnale, l'adulterio e lo spionaggio. L'Iran è il secondo Paese al mondo per numero di esecuzioni, secondo solo alla Cina. È però l'unico dove sono stati messi a morte dei minorenni: almeno quattro fino al 31 maggio del 2009, secondo i dati raccolti dall'associazione "Nessuno tocchi Caino".
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