martedì 5 maggio 2009
Il complotto è partito da una rivolta militare nella base di Mukhrovani e, secondo Tbilisi, sarebbe stato finanziato da Mosca e coordinato dai servizi segreti russi: obiettivo, uccidere il presidente Saakhashvili. La risposta del Cremlino: «Sono pazzie».
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Tbilisi accusa la Russia di aver tentato un "colpo di Stato" in Georgia, alla vigilia delle esercitazioni della Nato nel Paese caucasico. "Stavano preparando un golpe militare. Volevano uccidere il presidente Mikhail Saakhashvili", ha detto il portavoce del ministero dell'Interno, Shota Utiashvili, nel corso di una conferenza stampa. Il complotto è partito da una rivolta militare nella base di Mukhrovani e, secondo Tbilisi, sarebbe stato finanziato da Mosca e coordinato dai servizi segreti russi. Il fatto. Nella base militare, a 20 chilometri dalla capitale georgiana e a trenta dall'aeroporto, si è ammutinato un battaglione. Il governo ha inviato elicotteri e carri armati alla volta della base, ma tutto si è risolto senza spargimento di sangue. "È finita, la maggior parte dei ribelli si sono arresi, compreso il comandante del battaglione, e qualcuno è scappato", ha riferito Utiashvili. "Non c'è stata violenza di alcun genere", ha aggiunto. Mikhail Saakhashvili ha parlato di piani per un "ammutinamento su larga scala", ma non ha dichiarato lo stato di emergenza, come temuto dall'opposizione, che per oggi aveva programmato una serie di manifestazioni contro il presidente, ritenuto responsabile della guerra con Mosca, finita nell'agosto scorso. Il Pentagono stempera. Il Pentagono ritiene che la rivolta in una base militare georgiana sia "un incidente isolato", ma continua a seguire con attenzione l'evolversi della situazione nel Caucaso. Lo ha detto un portavoce della Difesa americana, Brian Whitman, aggiungendo che anche dalle informazioni ottenute da Washington risulta che l'ammutinamento sia un caso concluso. "È una vicenda appena avvenuta e stiamo ancora valutando la situazione - ha detto Whitman - ma non cambia i nostri rapporti di lungo termine con la Georgia".Mosca: «Sono pazzie». Immediata e pesante la reazione di Mosca: "Pian piano abbiamo iniziato ad abituarci alle accuse assurde e ridicole dei leader politici e militari georgiani, per i quali c'è la mano di Mosca anche dietro un temporale o la grandine". Lo ha detto in un'intervista telefonica all'Interfax il rappresentante russo presso la Nato Dmitri Rogozin, commentando le accuse di Tbilisi sul fatto che ci sarebbe stata la Russia dietro il tentativo di golpe nel paese. "Si può constatare - ha aggiunto Rogozin - che oggi c'è lo sfascio totale dell'esercito e dello stato georgiano". Sulla vicenda è intervenuto anche il vice ministro degli esteri russo Grigori Karasin parlando di "immaginazione malata e irresponsabilità dei dirigenti georgiani". "Avviene esattamente quello che da tempo temiamo: i dirigenti georgiani cercano di scaricare i propri problemi sulla Russia e sulle forze armate russe - ha detto -. Invece di avviare il dialogo cercano di avanzare verso la Russia accuse assolutamente deliranti. Basti dire che abbiamo saputo degli ultimi avvenimenti sulla Georgia dagli americani, che ci hanno informato attraverso canali diplomatici". Mosca, intanto, si ritira del vertice Nato-Russia previsto per questo mese. La situazione in Georgia, le esercitazioni della Nato e l'espulsione di due funzionari russi accreditati presso l'Alleanza avrebbero spinto, secondo una fonte diplomatica, il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, a sottolineare che "non è il momento giusto per questo genere di incontri. Nel prossimo futuro non vi saranno partecipazioni russe a eventi programmati da Bruxelles (dove si trova il quartier generale dell'Alleanza, ndr)". Il vertice avrebbedovuto tenersi il 18-19 maggio.
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