Essere o non essere russo? È il
dilemma che dovranno risolvere, entro un mese da oggi, tutti gli
abitanti di Crimea che non sono di etnia russa, ossia i 350 mila
ucraini (che in gran parte considerano il russo come loro lingua
madre) e i circa 290-300 mila tatari di Crimea, in maggioranza
filo Kiev. Con il rischio, nel caso vogliano mantenere l'attuale
cittadinanza ucraina, che si crei una situazione analoga a
quella della ex repubblica sovietica della Lettonia, dove resta
irrisolta la questione dei russofoni che da oltre 20 anni sono
tecnicamente senza cittadinanza perché si rifiutano di
affrontare l'esame di lingua lettone. Questione che Mosca ha
ripetutamente denunciato.Dopo la ratifica del trattato di annessione di oggi alla
Duma, tutti gli abitanti di Crimea saranno considerati di
nazionalità russa. Per rifiutarla, dovranno fare una richiesta
ufficiale alle autorità entro 30 giorni. In teoria nessuno potrà
mantenere la doppia cittadinanza, consentita dalla costituzione
russa ma che la legge ucraina vieta e punisce con una multa di
1700 grivnie (170 dollari). In febbraio, inoltre, dopo la
deposizione del presidente Ianukovich, un gruppo di deputati ha
presentato al parlamento ucraino un progetto di legge che
trasforma la doppia cittadinanza in reato penale, punendola con
una multa analoga a quella attuale per i normali cittadini ma
con la detenzione sino a 10 anni per i dirigenti pubblici.Nei
giorni scorsi il ministro della Giustizia ucraino Pavel Petrenko
aveva invitato gli abitanti della Crimea a non consegnare i
passaporti ucraini: "Siete cittadini ucraini e al momento siete
stati presi in ostaggio da invasori".
Resta ancora da chiarire quale sarà lo status legale di
quanti vorranno mantenere il loro passaporto ucraino e se
dovranno lasciare la regione. Il premier di Crimea Serghiei
Aksionov aveva detto la scorsa settimana che, sebbene
le autorità locali non obblighino i residenti a consegnare i
passaporti ucraini, "tutti comunque dovranno ottenere un
passaporto russo", altrimenti - aveva aggiunto - non potranno
ricevere stipendi, pensioni e benefici sociali. Un analista
politico di Mosca, Alexander Kinev, prevede che il 15% o 20% dei
circa 2 milioni di residenti in Crimea potrebbero rifiutare la
nuova cittadinanza russa ma non potrebbero essere deportati da
Mosca: in tal modo nascerebbe una minoranza di "non cittadini".
Come in Lettonia.