martedì 16 dicembre 2014
​Il giorno dopo polemiche per la libertà su cauzione di Monis. I jihadisti su Twitter: preparatevi ad altri attacchi.
SECONDO NOI Le due lezioni di una tragica giornata di fanatismo
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A Sydney, il giorno dopo il sequestro di Martin Place, gli australiani piangono le due giovani vittime dell'attentatore. E nel Paese non manca la polemica sulla sicurezza: doveva rispondere di 40 capi di imputazione per aggressione sessuale e coinvolgimento nell'assassinio della ex moglie ma era libero su cauzione Mon Haron Monis, il responsabile del sequestro in una cioccolateria di Sydney conclusosi ieri con la sua morte e quella di due ostaggi. In tanti si chiedono come un uomo con il suo profilo penale potesse essere libero. Il rilascio su cauzione rispetto all'accusa di coinvolgimento in omicidio gli era stato garantito a maggio, appena sei giorni dopo che lo stato del New South Wales aveva modificato le leggi che disciplinavano la cauzione nei reati gravi, rende noto la stampa locale, modifiche criticate perché considerate un mezzo per tagliare le spese e far fronte al problema delle carceri sovraffollate. Il 10 ottobre Monis si era visto notificare 40 capi di accusa per aggressione sessuale formulate da donne che avevano accettato le sue cure di 'guaritore' La cauzione però non era stata revocata. Il 12 dicembre avrebbe dovuto presentarsi in tribunale per un'udienza sulla libertà su cauzione ma la data era stata spostata al 27 febbraio. Il governo - che nel frattempo ha ristretto le norme sul rilascio su cauzione a seguito di una serie di reati gravi commessi da individui che avevano beneficiato del provvedimento - ha ordinato l'apertura di un'inchiesta su Monis. E 20mila persone hanno sottoscritto una petizione online chiedendo l'adozione di norme più severe. Lo stesso premier australiano Tony Abbott - che ha definito Monis un "individuo malato e disturbato" - si è chiesto come sia stato possibile che "qualcuno con una storia così lunga e segnata non si trovasse su una lista di sospetti da tenere sotto controllo", come "qualcuno come lui potesse trovarsi completamente a piede libero all'interno di una comunità". "Queste - ha concluso - sono le domande che ci porremo alla riunione del Comitato nazionale di sicurezza".
Le due vittime. Chi erano. Le autorità australiane hanno reso note le identità delle due vittime del sequestro nella cioccolateria di Sydney da parte dell'estremista musulmano Man Haron Monis. Nella sparatoria avvenuta all'interno del Lindt Cafe sono morti il 34enne Tori Johnson, direttore del locale, e la 38enne Katrina Dawson, avvocato. Entrambi vengono salutati come eroi dalla stampa australiana. Johnson, secondo le ricostruzioni, sarebbe morto nel tentativo di disarmare il sequestratore, mentre la Dawson, madre di tre figli, è rimasta uccisa facendo scudo con il proprio corpo ad un'amica incinta, anch'ella tenuta in ostaggio nel locale. Dalla stampa e da tutto il Paese sono considerati due «eroi».
Sydney siege.jpgKatrina Dawson. 
Tweet di minaccia. La sollevazione dei musulmani e altri attacchi 'domesticì" saranno "inevitabili" se l'Occidente continuerà con i suoi "crimini contro l'Islam". È la minaccia dei jihadisti dell'Is su Twitter citata dal Site, che sottolinea come il sequestratore di Sydney un mese fa avesse dichiarato la sua 'sottomissione' al 'califfo' al Baghdadi, seppure in forma "inusuale".
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