mercoledì 24 ottobre 2012
Il governo del Sudan ha accusato Israele per il vasto incendio divampato la notte scorsa in una fabbrica di armi e preceduto da una serie di violentissime esplosioni. Secondo il ministro per l'Informazione e la Cultura, Ahmed Belal Osman, si sarebbe trattato di un raid aereo.​
COMMENTA E CONDIVIDI
Il governo del Sudan ha accusato Israele per il vasto incendio divampato la notte scorsa in una fabbrica di armi nella parte sud di Khartoum, e preceduto da una serie di violentissime esplosioni. Secondo il ministro per l'Informazione e la Cultura, Ahmed Belal Osman, si sarebbe trattato di un raid aereo."Quattro velivoli militari hanno attaccato l'impianto di Yarmouk", ha accusato il ministro. "Riteniamo che sia stato un bombardamento israeliano. Ci riserviamo il diritto", ha avvertito, "di reagire a luogo e a tempo debiti". Osman ha aggiunto che ci sono stati almeno due morti accertati. Finora si sapeva soltanto di alcune persone ricoverate in ospedale, con sintomi di asfissia per aver inalato il denso fumo sprigionato dal rogo. In precedenza alcuni testimoni oculari avevano raccontato che, prima delle deflagrazioni, si era sentito in cielo un frastuono simile a quello dei "motori degli aerei".Sul momento erano peraltro stati smentiti da Abdul Rahman Al-Khider, governatore dello Stato di Khartoum, il quale aveva liquidato tali resoconti come mere illazioni. Sempre stando al ministro per l'Informazione, i presunti velivoli israeliani avrebbero raggiunto l'obiettivo volando da est. Tra le scorie dell'esplosivo che ha fatto saltare in aria la fabbrica, ha concluso, sono stati trovati indizi che punterebbero proprio a una responsabilità dello Stato ebraico. Nel 1998 l'organizzazione umanitaria Human Rights Watch, citando fonti dell'opposizione sudanese, riferì che a Yarmouk sarebbero state occultate armi chimiche per conto dall'allora regime iracheno di Saddam Hussein. Più di recente si è vociferato invece che l'opificio sarebbe impiegato per custodire o assemblare armi e munizioni di provenienza cinese, usate poi per combattere contro i ribelli nella regione occidentale del Darfur.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: