giovedì 7 settembre 2017
Aiuto alla chiesa che soffre denuncia la situazione precaria dei rifugiati sudsudanesi ancora presenti nei campi gestiti dal regime di Khartum. Restano al Nord oltre 700mila persone
Profughi sudsudanesi in un campo a ridosso del terrotorio del Darfur in Sudan

Profughi sudsudanesi in un campo a ridosso del terrotorio del Darfur in Sudan

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«I bambini cristiani nei campi profughi sudanesi sono costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo». È quanto denuncia ad Aiuto alla chiesa che soffre (Acs) una fonte in loco che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima.
Attualmente si stima che vi siano ancora 700mila cristiani sudsudanesi (che non hanno ancora potuto raggiungere il Sud Sudan) rifugiati in Sudan, la maggior parte dei quali alloggia nei campi profughi. «Sono confinati in quei luoghi – continua la fonte – perché il governo non permette loro di andare più a nord e raggiungere le città». All’interno dei campi le condizioni sono invivibili e il cibo offerto dal governo insufficiente. La quantità fornita mensilmente alle famiglie dura a malapena per due settimane, perché, secondo la fonte di Acs, gli aiuti delle Nazioni Unite vengono in larga parte trafugati e poi venduti al mercato, spesso con ancora ben visibile il logo dell’agenzia Onu che li ha donati.
Il governo impedisce alle organizzazioni umanitarie di vigilare sulla distribuzione degli aiuti e non permette alle associazioni legate alla Chiesa di offrire alcun sostegno ai rifugiati. All’interno dei campi i rifugiati cristiani, bambini inclusi, si trovano ad affrontare non soltanto la miseria, ma anche la discriminazione e la persecuzione. «Una piaga purtroppo diffusa in tutto il Paese – afferma il direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro - Nel Sudan guidato dal regime islamista di Omar el-Bashir, in cui vige la sharia, la persecuzione anticristiana ha raggiunto livelli gravissimi». Oltre a doversi conformare ai costumi islamici – continuano i casi di donne cristiane arrestate per “abbigliamento indecente” – negli ultimi mesi i cristiani hanno dovuto sopportare anche la demolizione di alcune chiese. «E molte altre rischiano di essere abbattute – continua Monteduro - La motivazione addotta da Khartum è violazione dei piani regolatori, ma è ben noto l’intento di el-Bashir di eliminare la presenza cristiana dal Paese».

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