Il rapporto di Amnesty InternationalNuove ricerche svolte nel Sud Sudan, rese pubbliche da un rapporto di Amnesty International, hanno rivelato atrocità orribili commesse da entrambe le parti coinvolte nel conflitto. Il rapporto contiene testimonianze di sopravvissuti ai massacri e alla violenza sessuale commessi nel corso di un conflitto che ha costretto oltre un milione di persone a lasciare le loro case e ha trascinato il più giovane paese della comunità internazionale verso un disastro umanitario.Un sopravvissuto a un massacro mentre era agli arresti in una base militare racconta: "Eravamo in stanze piccolissime, faceva caldo, non c'era acqua. A sera abbiamo aperto la finetra ma un attimo dopo i soldati hanno aperto il fuoco proprio da lì. Molti sono morti. I sopravvissuti si fingevano morti fra i cadaveri".Una donna di Gandor testimonia come sua cognata di soli 10 anni sia stata stuprata da dieci soldati. Un'altra donna racconta di essere stata violentata insieme ad altre 17 dai soldati governativi a Palop: "Ero incinta di tre mesi ma mi hanno violentato così tante volte che il bambino è uscito. Erano in nove".Da quando, nel dicembre 2013, è esploso il conflitto tra le forze rivali fedeli rispettivamente al presidente Salva Kiir e all'ex vicepresidente Riek Machar, la popolazione civile è stata presa sistematicamente di mira nelle città e nei villaggi, nelle case, nelle moschee, negli ospedali e persino nelle basi delle Nazioni Unite dove aveva cercato rifugio. In alcuni di questi luoghi, i ricercatori di Amnesty International hanno trovato scheletri umani, corpi in decomposizione mangiati dai cani e fosse comuni, cinque delle quali a Bor che - secondo fonti governative - contenevano 530 cadaveri. Ovunque, hanno visto case saccheggiate e incendiate, ambulatori medici distrutti e depositi di aiuti alimentari depredati.