Sicuri che suicidarsi sia �morire con dignit�? � una domanda semplice e diretta, quella formulata dal presidente della Pontificia Accademia per la Vita monsignor Ignacio Carrasco de Paula. Un dubbio, che suona addirittura scandaloso quando mette in discussione l�idea che Brittany Maynard abbia scelto una morte �dolce� e �dignitosa� ingoiando una dose letale di barbiturici prescritti da medici consapevoli che la 29enne californiana li avrebbe ingeriti non certo per indurre il sonno, sabato scorso. La scelta della donna, malata di tumore al cervello e prossima ad affrontare gli ultimi mesi della sua vita, ha lasciato un�impressione profonda anche perch� lei stessa ha rivendicato di aver voluto �morire con dignit�. �Non possiamo sapere cosa � accaduto nella sua coscienza � riflette Carrasco de Paula �, ma quello che sappiamo � sufficiente per capire che il suo purtroppo � stato un suicidio come tanti altri, accettato in alcuni Stati americani tanto che le singole storie non fanno pi� notizia e i dati annuali vengono pressoch� ignorati dai media�. Il clamore ottenuto dalla decisione di Brittany ha riportato bruscamente l�attenzione su un fenomeno che rischia di passare inavvertito: �Stupisce che una donna come lei, piena di vita, abbia deciso di andare fino in fondo � aggiunge il bioeticista, che � anche medico �. La sua non � stata una battaglia ideologica, o l�esito di una militanza politica. Il giudizio sul fatto che fosse giunto il momento di morire � una convinzione soggettiva che lei ha ritenuto giusta: ma quante volte ci accorgiamo che ci siamo sbagliati, che scelte ritenute certe invece ci hanno portati fuori strada. Non � vero che la dignit� la decido io, perch� non viene mai meno: gli altri attorno a noi � i medici, i nostri cari, gli amici � sono l� per ricordarcelo, per impedirci di commettere errori di giudizio che possono rivelarsi tragici, come in questo caso. Nessun malato terminale pu� essere lasciato solo�. Nel caso di Brittany �� stata sottovalutata la capacit� della medicina di accompagnare la paziente nell�ultimo tratto della sua vita garantendole, come ormai accade normalmente a differenza anche solo di vent�anni fa, una buona qualit� della vita sino alla fine. Questo � morire con dignit�, non il suicidio�. Si va invece diffondendo l�idea che �il malato terminale, essendo un costo per il sistema sanitario, debba farsi volontariamente da parte. � la "cultura dello scarto" denunciata dal Papa: e la vicenda americana non fa che alimentare la convinzione che la medicina debba prendere atto delle decisioni del paziente senza assumersi la sua responsabilit�, che consiste nell�aiutare ogni persona ad affrontare il tratto pi� difficile della vita. Con piena dignit�.
Sicuri che suicidarsi sia �morire con dignit�? � una domanda semplice e diretta, quella formulata dal presidente della Pontificia Accademia per la Vita monsignor Ignacio Carrasco de Paula.
LA VICENDA
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