giovedì 29 maggio 2014
Una quindicina i morti, decine i feriti. Tra le vittime anche un sacerdote. Nelle strade della capitale si spara ancora.
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Sangue cristiano continua a scorrere nella Repubblica Centrafricana dove scontri e attentati si susseguono in una crescendo di violenza incontrollabile. Sono almeno una quindina, secondo fonti di polizia e testimoni riportate da siti e quotidiani online, le vittime di un attentato compiuto mercoledì contro una chiesa alla periferia di Bangui, in un quartiere abitato da cristiani e musulmani.I fedeli, raccontano i testimoni, erano raccolti nel cortile della Chiesa Nostra Signora di Fatima quando un gruppo di sconosciuti ha cominciato a lanciare granate e a sparare. Sul terreno sono rimaste decine di corpi. Centinaia di fedeli si erano rifugiati nel compound della chiesa per sfuggire all'ondata di violenze che insanguina le strade di Bangui. Ma non c'è stato scampo.

“I feriti sono molti e tra le vittime c’è anche un sacerdote diocesano, padre Paul-Emile Nzale, che assisteva i più vulnerabili”, rifesce a Misna il segretario generale della Conferenza episcopale del Centrafrica, padre Cyriaque Gbate Doumaloò. L’assalto, cominciato mercoledì pomeriggio, sarebbe stato condotto da ribelli della coalizione Seleka. “Per difendere gli sfollati in fuga sono intervenuti militanti anti-Balaka – sottolinea padre Cyriaque – e scontri a fuoco sono ancora in corso” giovedì mattina. La situazione è tesa nella capitale e nel quartiere musulmano PK-5 sono state erette barricate.Attentati e scontri si sono intensificati nelle ultime settimane. Quindici giorni fa erano state 13 le vittime di sanguinosi combattimenti a Kaga Bandoro (300 chilometri a nord di Bangui) tra ribelli fondamentalisti islamici ex Seleka (estromessi dal potere cinque mesi fa) e milizie anti-balaka (anti-machete, in lingua sango e mandja), costituite fra la popolazione di fede cristiana all'inizio degli anni '90 in funzione di autodifesa dei villaggi. A fine aprile, 22 persone, tra cui tre dipendenti di Medici senza Frontiere, sono state massacrate in un ospedale nel nord-ovest del Paese, in un attacco di musulmani fondamentalisti.Un quadro di tensione che aveva spinto il segretario generale dell'Onu, qualche settimana fa, a denunciare che il Paese - scosso da un conflitto e che ha provocato migliaia d morti e centinaia di migliaia di sfollati - è sull'orlo del baratro. Nel tentativo di mettere un argine alla violenza, il 10 aprile, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità una risoluzione che istituisce la Missione di stabilizzazione nella Repubblica Centrafricana (Minusca) e autorizza l'invio di 10 mila caschi blu a partire dal 15 settembre 2014. La missione - affiancata anche da un contingente Ue e da una forza francese di 2000 uomini - rimarrà sul territorio sino al 30 aprile 2015, con possibilità del rinnovo del mandato.

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