I genitori di Martin Richard, il bimbo di otto anni morto durante l'attentato alla maratona di Boston, il 15 aprile 2013, non vogliono la pena di morte per Dzhokar Tsarnaev, il
ceceno giudicato colpevole dell'attacco. Secondo quanto hanno dichiarato ai media statunitensi, infatti, il tentativo dei procuratori di ottenere la pena capitale per Tsarnaev potrebbe prolungare ancora l'estenuante angoscia delle famiglie delle vittime.
"Siamo a favore e sosteniamo che il Dipartimento di Giustizia
tolga la possibilità della pena di morte dal tavolo", hanno
scritto Bill e Denise Richard in un comunicato pubblicato sul
Boston Globe. "In cambio però il condannato dovrà passare il
resto della sua vita in carcere senza possibilità di rilascio e
rinunciando a tutti i diritti di fare appello", hanno
continuato.
"Sappiamo che il governo ha le sue ragioni per chiedere che venga giustiziato, ma cercare di ottenere quella punizione potrebbe portare ad anni di appelli, facendoci rivivere ancora a lungo il giorno più doloroso della nostra
vita", hanno affermato ancora i genitori di Martin.
Il più giovane dei due fratelli Tsarnaev è stato giudicato
colpevole la settimana scorsa di 30 capi di accusa per
l'attentato dell'aprile 2013, nel quale sono morte tre persone e
oltre 260 sono rimaste ferite. Dei capi d'accusa, 17 prevedono
la possibilità della pena di morte. Tamerlan, il maggiore dei
due ceceni, perse invece la vita in uno scontro a fuoco con la
polizia quattro giorni dopo la strage.