Legga di stabilità oggi pomeriggio la fiducia alla
Camera. Il governo ha deciso di metterla, come previsto,
chiedendo tre voti distinti sui tre articoli in cui la manovra è
stata suddivisa. Il week end si preannuncia dunque di lavoro per
l'aula, chiamata a confermare la fiducia al
governo e domenica a votare il provvedimento in sé.
A dispetto dell'iter travagliato del Jobs act, questa volta
tutto dovrebbe filare liscio. La minoranza Pd che, al contrario
di quanto accaduto con la riforma del lavoro, sulla manovra di
bilancio non si è finora mai messa di traverso, non annuncia
infatti alcuna battaglia nemmeno per l'aula, assicurando che
voterà sì.
La prossima settimana la palla passerà quindi al Senato, dove
dovranno essere sciolti i nodi rimasti insoluti, dai tagli alle
Regioni alla riallocazione del personale delle province. Non
solo. Il compito di Palazzo Madama, ha spiegato il relatore in
Commissione Bilancio di Montecitorio Mauro Guerra, sarà quello
di intervenire per alleggerire l'aggravio della tassazione sulla
rivalutazione di fondi pensioni e Tfr, sulle fondazioni, sulle
casse previdenziali, con l'impegno del governo ad intervenire
anche sui minimi e sull'Irap. Una correzione sul fronte delle
partite Iva viene chiesta a gran voce da Ncd, così come da Forza
Italia che insiste anche sul capitolo previdenza complementare.
Al Senato potrebbe inoltre essere affrontata anche la
sostituzione di Imu e Tasi con la local tax. Il condizionale è
in questo caso però d'obbligo. Il Tesoro non si è ancora
espresso ufficialmente sulla tempistica della nuova tassazione
sulla casa che presenta non poche difficoltà, a partire dal
destino dell'addizionale Irpef.
In attesa delle ulteriori modifiche, a difendere il lavoro
fatto finora è stato il viceministro dell'Economia, Enrico
Morando, intervenuto in Aula alla Camera per la discussione del
ddl bilancio forte anche della promozione arrivata dall'Unione
europea. Con la legge di stabilità si avvicina infatti
l'obiettivo di arrivare entro il 2018 allo stesso livello di
cuneo fiscale della Germania, paese manifatturiero con cui
l'Italia si deve inevitabilmente confrontare. Il governo, ha
quindi assicurato, sarà inoltre in grado di non far scattare le
clausole di salvaguardia (aumento di accise e Iva) utilizzate
come coperture di extrema ratio alle misure previste.