Niente da fare: a Madrid non si riesce ad avere un governo. Dopo 8 mesi di paralisi istituzionale senza un nuovo esecutivo, con uno incaricato solo degli affari correnti, due elezioni politiche inconcludenti, la Spagna non riesce a uscire dalla crisi.
Il
Congresso dei deputati di Madrid ha di nuovo negato questa
sera per la seconda volta in due giorni la fiducia
al premier uscente e incaricato Mariano Rajoy: 170 voti a
favore, 180 contrari. Il voto innesca il conto alla rovescia
verso nuove elezioni, le
terze in un anno. Se non ci sarà un
nuovo premier il 31 ottobre si tornerà a votare la domenica 25
dicembre, giorno di Natale. I quattro grandi partiti,
consapevoli della crescente esasperazione del Paese verso la
loro incapacità a uscire dalla crisi si sono detti però pronti a
una
riforma della legge elettorale per anticipare il voto al 18
dicembre.
Quella di Rajoy era una
sconfitta annunciata. Già mercoledi
al primo turno aveva fatto il pieno dei 170 voti possibili: 137
Pp, 32 di Ciudadanos e un deputato di Coalicion Canaria. Contro,
il fronte del no: 85 socialisti, 71 di Podemos, 24
indipendentisti e nazionalisti catalani e baschi. Fino a
mercoledì Rajoy sperava di spingere i socialisti dal no
all'astensione. Ma il leader socialista Pedro Sanchez,
durissimo, ha ribadito il "no è no!" a Rajoy, condannandolo a un
secondo smacco.
Ora il percorso si fa ancora più incerto, con il ticchettio
dell'orologio delle terze elezioni, che tutti considerano
"assurde" (sarebbe la prima volta dal 1945, rileva El Mundo, in
un paese dell'Europa democratica) in marcia.
L'ex- premier socialista
Felipe Gonzalez
oggi
ha proposto che il Pp presenti un altro candidato al posto
di Rajoy. Ma sembra molto improbabile che ciò avvenga. Un'altra
ipotesi, molto fragile, vedrebbe Psoe e Podemos tentare la
costruzione di una coalizione del cambio con l'appoggio degli
indipendentisti e di Ciudadanos. Una strada però per ora esclusa
dal Psoe.
Se non
presenterà bilancio e tetto di spesa 2017 il 15 ottobre
Madrid
rischia 6 miliardi di multa Ue. Se non sarà rinnovata la
Commissione di controllo della
borsa in ottobre, dice il ministro
dell'economia Luis de Guindos, rischia il blocco il mercato dei
capitali. Insomma per la Spagna avverte la vicepremier Soraya de
Santamaria, senza nuovo governo "il costo sarà alto".