giovedì 4 marzo 2010
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Ad Haiti arrivano i maratoneti della solidarietà. Quelli che agiscono a telecamere spente, quando i media sono ormai volti verso altre emergenze, quando la popolazione cerca di tornare alla normalità ma ancora non ce la fa, perché la tragedia è stata troppo grande. La lunga distanza che li separa da una vita accettabile sarà coperta, tra le varie forme di cooperazione, anche dai progetti di sostegno a distanza. Una solidarietà di lungo periodo, che si realizza nel versamento costante (minimo per un anno) di una piccola somma di denaro. Gli italiani hanno sentito parlare di "adozione", o meglio "sostegno", a distanza (Sad) e moltissimi li hanno scelti con fiducia: si stima che ci siano circa un milione di Sad attivi in Italia, per un totale di circa 260 milioni di euro di aiuti versati ogni anno in diverse parti del mondo, dall’America Latina all’Africa, fino al SudEst Asiatico.L’impatto emotivo della tragedia haitiana ha fatto impennare, in queste settimane, le richieste di attivazione di sostegni a distanza verso la popolazione terremotata: il Forum permanente per il Sad, organismo a cui aderiscono 70 tra i principali enti promotori, stima che ci siano state dalle 6 alle 8mila nuove richieste. Se confermate, considerato che un Sad comporta mediamente un versamento di circa 270 euro l’anno, significa che gli italiani, oltre agli aiuti immediati per l’emergenza, verseranno oltre 2 milioni di euro a sostegno di progetti sanitari, scolastici, educativi volti a innescare sviluppo in quel territorio ferito.«Un capitale sociale per lo sviluppo – sottolinea il professor Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le Onlus –. Perché i sostegni a distanza mirano a realizzare le migliori condizioni per trasformare l’ambiente sociale e le opportunità dei destinatari, consentendo l’accesso alle cure, alla scuola, alla formazione. E proprio perché mettono in connessione un sostenitore e un beneficiario residenti in luoghi opposti del mondo, rappresentano una forma avanzata di solidarietà, che sviluppa anche dialogo, conoscenza reciproca, consapevolezza, cultura». L’Agenzia per le Onlus, prossima a trasformarsi in Agenzia per il Terzo Settore, avrà presto la competenza di promuovere e vigilare anche l’universo degli enti non profit che realizzano i Sad. Per questo ha recentemente emanato le "Linee guida per il Sostegno a distanza di minori e giovani": non una legge, ma uno strumento di autodisciplina – che il profesor Zamagni definisce di moral suasion, scommettendo su quella leva reputazionale che è così importante per il Terzo Settore – per rendere ancora più trasparente ed efficace l’azione del sostegno a distanza.Organizzazione non profit, singolo sostenitore e beneficiario sono i protagonisti della "relazione Sad": «Con queste Linee guida abbiamo elaborato una cornice di principi finalizzati a tutelare in modo triangolare questi tre soggetti», spiega Marida Bolognesi, consigliere dell’Agenzia coordinatrice del progetto delle Linee Guida. «L’Agenzia per le Onlus ha fatto una scelta forte e si è proposta come quarto attore di questo sistema, con l’impegno a promuovere lo straordinario lavoro delle organizzazioni non profit che operano in questo campo, e a tenere un Albo di tutte le realtà aderenti alle Linee guida».Diversi enti hanno già proposto la propria candidatura all’Albo, che "diventerà un importante strumento di consultazione per i cittadini, oltre che un catalogo di best practice", sottolinea la consigliera. È in fase di costituzione un osservatorio scientifico che collaborerà con l’Agenzia per la tenuta dell’Albo e tra qualche mese partirà anche una campagna di promozione territoriale per le iscrizioni.La scelta di riservare le Linee guida ai sostegni di "minori e giovani", dopo un lungo lavoro di analisi dei diversi progetti realizzati dalle associazioni, è legata al fatto che «la parte maggioritaria delle azioni di solidarietà sono rivolte a bambini – spiega Bolognesi –. I progetti potranno comunque essere identificati nell’ambito di un contesto familiare o di classe». Un’indicazione importante anche per il caso dei bambini di Haiti, sui quali le organizzazioni internazionali hanno aperto un dibattito circa le modalità di aiuto, discutendo sull’opportunità dell’adozione vera e propria e sulla praticabilità dell’affido internazionale rispetto all’aiuto in loco. «Il caso Haiti ci dimostra che per moltissimi di questi minori, che hanno ancora legami parentali o non sono comunque adottabili, i progetti di sostegno a distanza realizzati con le modalità suggerite dall’Agenzia possono rappresentare una formula vincente – sottolinea Zamagni –. Accompagnarli nei bisogni, garantendo loro le cure sanitarie, l’istruzione, opportunità di formazione significa far crescere lo sviluppo di un’intera nazione». Ma c’è un "ma", avverte il presidente dell’Agenzia per le Onlus: «Le associazioni devono fare in modo che il sostegno a distanza non si trasformi in un mero trasferimento di denaro. Le Linee guida sostengono la creazione di un rapporto tra sostenitore e beneficiario, attraverso il tramite dell’ente. Ciò significa rendere consapevole il minore e la sua famiglia del progetto di sviluppo che lo riguarda, e informare in modo trasparente il sostenitore dei progressi fatti». Tutto questo per far crescere i livelli di consapevolezza e di responsabilizzazione dei protagonisti di questo meccanismo. E con un auspicio, da parte dell’Agenzia: «Che non sia necessario assistere a un terremoto di portata devastante come quello di Haiti – dice Marida Bolognesi – per capire quanta sofferenza e quante emergenze silenziose sono in atto anche in altre parti del mondo».
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