giovedì 4 dicembre 2014
​In extremis, una Corte d'appello federale ha deciso di prendere tempo per riesaminare il caso di Scott Panetti che doveva essere messo a morte.
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Una Corte d’appello federale di New Orleans ha fermato per ora l’esecuzione di Scott Panetti, il detenuto mentalmente disabile la cui iniezione letale era in programma ieri sera in Texas.  Il ricorso era uno dei molti presentati dagli avvocati di Panetti con la motivazione che il loro cliente soffre di disturbi mentali troppo gravi per comprendere «razionalmente» il senso della sua condanna. Il verdetto della Corte d’appello non necessariamente fermerà la mano del boia. Il tribunale ha infatti bloccato l’esecuzione per consentire «un esame approfondito di complesse questioni legali arrivate in extremis». I giudici convocheranno dunque i legali del condannato e le autorità statali del Texas per una revisione del caso. Panetti ha 56 anni e dal 1995 si trova nel braccio della morte per aver ucciso gli ex suoceri con un fucile da caccia davanti alla ex moglie e alla figlia. Il condannato ha una lunga storia di problemi mentali: una diagnosi di schizofrenia a 20 anni e 13 ricoveri per disturbi psichiatrici prima del delitto. Il caso è stato al centro di una mobilitazione internazionale. Negli Stati Uniti persino un gruppo di 21 sostenitori della pena di morte ha chiesto al governatore del Texas, Rick Perry, di fermare un’esecuzione che a loro dire «minerebbe la fiducia del pubblico in un sistema di giustizia equo e morale». Rimane in sospeso un ricorso alla Corte Suprema per la revisione della condanna dell’uomo.
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