A un anno dall'inizio della rivolta in Siria contro il regime di Bashar al-Assad, e della sanguinosa repressione militare che ha fatto oltre 8.000 vittime (stime Onu), le organizzazioni umanitarie lanciano l'allarme sull'uso della tortura e sul rischio fame. L'Italia ha sospeso oggi l'attività dell'ambasciata, e rimpatriato lo staff.
AMNESTY INTERNATIONAL: 31 METODI DI TORTURAUn rapporto di Amnesty International, intitolato "Volevo morire: parlano i sopravvissuti alla tortura in Siria", documenta 31 metodi di tortura e maltrattamenti praticati contro gli oppositori dalle forze di sicurezza e dai miliziani filogovernativi. Il rapporto è il risultato dei racconti di testimoni e vittime che l'organizzazione per i diritti umani ha incontrato nel febbraio scorso in Giordania.Parecchi sopravvissuti hanno descritto la tecnica dello pneumatico: il detenuto è infilato dentro uno pneumatico da camion, spesso sospeso da terra, e viene picchiato, anche con cavi e bastoni.Risulta ampio anche l'uso delle scariche elettriche durante gli interrogatori.
L'ITALIA CHIUDE L'AMBASCIATA A DAMASCOL'Italia ha sospeso oggi l'attività della propria ambasciata a Damasco e rimpatriato lo staff. "Anche in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza - si legge in una nota del ministero degli Esteri - abbiamo inteso ribadire la più ferma condanna verso le inaccettabili violenze attuate dal regime siriano nei confronti dei propri cittadini"."L'Italia - prosegue la Farnesina - continuerà a sostenere il popolo siriano e a lavorare per una soluzione pacifica della crisi, che ne garantisca i diritti fondamentali e le legittime aspirazioni democratiche. Sosteniamo pienamente gli sforzi dell'inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba, Kofi Annan, per ottenere uno stop immediato della violenza e per consentire l'accesso degli operatori umanitari e l'avvio del dialogo politico".
DECINE DI MIGLIAIA DI PROFUGHI E 1,4 MILIONI DI PERSONE A RISCHIO FAMENel tentativo di impedire l'esodo dei profughi, le forze siriane hanno minato i confini con il Libano e con la Turchia. Nelle ultime due settimane in Turchia c'è stato un afflusso di 5.000 profughi, secondo quanto riferisce un giornale turco che cita il ministero degli Esteri di Ankara. L'impennata ha portato alla cifra di oltre 13.000 rifugiati nelle 7 tendopoli allestite dalla scorsa primavera nella provincia meridionale turca di Hatay, sul Mediterraneo. Secondo la Fao, dal marzo del 2011 decine di migliaia di persone sono fuggite oltreconfine in Turchia, Libano e in Giordania.Sempre secondo la Fao, 1,4 milioni di persone rischiano la fame in Siria, soprattutto nelle città insanguinate di Homs, Hama, Damasco, Daraa e Idlib. La Fao e il Pam (Programma Alimentare Mondiale) stanno gestendo un'operazione di emergenza per fornire cibo e aiuti a circa 100mila persone. In molte aree viene segnalata la crescente difficoltà di approvvigionamento per cibo, acqua e carburanti, con danni gravi alla pastorizia.