martedì 26 maggio 2015
​I miliziani sunniti hanno abbandonato i villaggi cristiani occupati lo scorso febbraio, lasciandosi dietro scenari di distruzione. Incerta la sorte di 230 cristiani rapiti.
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Le milizie jihadiste dello Stato islamico (Is) si sono ritirate dai villaggi lungo il fiume Khabur, nella provincia siriana nord-orientale di Jazira, che avevano occupato lo scorso 23 febbraio costringendo alla fuga di massa la popolazione locale, formata in maggioranza da cristiani assiri.Fonti locali confermano all'agenzia Fides - citata anche dalla Radio Vaticana - che il ripiegamento dei miliziani dell'Is è stato provocato dall'intensificarsi dei raid aerei realizzati dalle forze della coalizione a guida Usa contro le postazioni dei jihadisti, in supporto alla controffensiva di terra compiuta dalle milizie curde. Le formazioni militari curde e assire entrate nei villaggi abbandonati hanno riferito a fonti locali di aver trovato le chiese devastate e le case saccheggiate, con le croci divelte dai luoghi di culto cristiano e slogan anti-cristiani dipinti sui muri. Secondo quanto riferito dall'agenzia Ara News, una parte delle famiglie assire che avevano trovato rifugio a Hassakè hanno già fatto ritorno nel villaggi di Tel Tamar, dove la campana della chiesa assira è stata ripristinata e i suoi rintocchi hanno dato il segnale della prima Messa celebrata dopo l'esilio forzato. Mentre permane l'incertezza sulla sorte dei più di 230 cristiani che i miliziani dell'Is hanno preso in ostaggio al momento della loro offensiva nella valle del Khabur, deportandoli nelle proprie roccaforti.Intanto l'esercito siriano passa al contrattacco a Ramadi, la città cento chilometri a ovest di Baghdad conquistata dall'Is dieci giorni fa. Ma nonostante l'appoggio delle milizie sciite, l'operazione per riportaresotto il controllo governativo l'intera provincia di Al Anbar, che confina con la Siria, si presenta lunga e complessa.In Iraq una fonte della sicurezza ha detto che le forze lealiste sono arrivate oggi a due chilometri dall'università di Al Anbar, nell'Ovest di Ramadi. Mentre jet della Coalizione internazionale a guida americana hanno bombardato postazioni dell'Is. Tra gli obiettivi colpiti vi sarebbe la Corte islamica istituita dai jihadisti nel compound universitario."La liberazione di Al Anbar è vicina", ha affermato il primo ministro, Haidar al Abadi. Affermazione che però suona come ottimistica, se si tiene presente che l'Is occupa vasti territori della provincia fin dall'inizio del 2014, ben prima dunque della conquista di Mosul quasi un anno fa. Sono diffusi, inoltre, i timori che l'arrivo delle milizie lealiste sciite, alcune alleate dell'Iran, possa infiammare ulteriormente il clima di tensione con la popolazione a maggioranza sunnita. Una drammatica prova di questa complicata situazione viene dalle immagini diffuse dall'Is dell'impiccagione da un cavalcavia stradale di un soldato sciita a Falluja, solo 50 chilometri a ovest di Baghdad, dopo che i jihadisti lo avevano portato in giro per le strade a bordo di un fuoristrada tra manifestazioni di giubilo di alcuni degli abitanti della città sunnita.In Siria, l'agenzia governativa Sana afferma che oltre 140 miliziani dell'Is sono stati uccisi in raid dei jet di Damasco nella provincia di Raqqa, nel Nord della Siria, sull'aeroporto di Al Tabaqa. Ma non vi sono conferme da altre fonti.
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