mercoledì 13 aprile 2016
​Seggi aperti nelle zone controllate dal governo ma le opposizioni e i governi occidentali le considerano una provocazione che mina i colloqui di pace a Ginevra.
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​Si sono aperte stamane in Siria i seggi per le elezioni legislative nelle zone del Paese controllate dal governo. In corsa circa 3.500 candidati approvati dal governo dopo che oltre 7mila hanno abbandonato. Damasco ribadisce che il voto è costituzionale e separato dai colloqui di pace di Ginevra. Ma l'opposizione sostiene che le elezioni contribuiscono a un clima sfavorevole per i negoziati mentre sono ancora in corso duri combattimenti che minacciano una sempre più tenue tregua sponsorizzata da Usa e Russia. I leader occidentali e i membri dell'opposizione hanno denunciato il voto come una farsa e una provocazione che mina i colloqui di pace di Ginevra. Intanto ieri le forze lealiste sono tornate all'attacco a sud di Aleppo nel tentativo di riconquistare una località strategica sulla strada che collega la città del nord a Damasco. L'inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha fatto sosta a Teheran per colloqui con le autorità iraniane volti a dare nuovo impulso ai negoziati di Ginevra, che riprenderanno oggi e che, secondo quanto da lui affermato, dovranno affrontare concretamente il nodo cruciale della "transizione" politica a Damasco. Gli accordi tra le potenze regionali e internazionali, del resto, prevedono proprio la formazione di un governo di transizione, che dovrebbe guidare il Paese fino all'elaborazione di una nuova Costituzione, per andare a elezioni solo in seguito. Per questo i governi occidentali e le opposizioni non ritengono valida la consultazione. Anche perché ben un terzo del Paese è controllato dai jihadisti dell'Isis, più della metà della popolazione è sfollata e quasi 5 milioni di siriani sono fuggiti all'estero.
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