Lo stato d'emergenza in Siria, in vigore dal 1963, sarà revocato in una settimana al massimo. Lo ha dichiarato il
presidente siriano, Bashar al Assad, in un discorso che ha tenuto a Damasco in occasione della prima riunione del governo formato giovedì. «La commissione giuridica sulla legge d'urgenza ha elaborato una serie di proposte in vista di una nuova legislazione. Queste proposte saranno sottomesse al governo, che promulgherà le leggi in una settimana al massimo», ha detto Assad. A fine marzo Assad - sotto la spinta riformatrice della piazza - aveva incaricato una commissione giuridica di redigere una nuova legislazione per sostituire lo stato d'emergenza. Fra le riforme annunciate, anche una legge sul pluralismo dei partiti politici e una sui mass media. Il presidente ha poi espresso - nel discorso in diretta televisiva - la sua tristezza per la morte di decine di persone durante le manifestazioni contro il regime. «Il sangue versato ci fa molto male. Noi ci rammarichiamo per la morte di tutti, civili o forze di sicurezza, e li consideriamo dei martiri» ha dichiarato il presidente. È evidente che Assad sta cercando di placare la crescente opposizione al suo governo, dopo che venerdì migliaia di manifestanti sono nuovamente scesi in piazza in tutto il Paese strappando i manifesti del presidente e inneggiando alla democrazia. «Bisogna innanzitutto mettere fine a tutte le forme di repressione e alla corruzione, solo dopo si potrà parlare di dialogo», ha commentato a caldo Azem Nahar, membro del Manifesto di Damasco, raggruppamento di attivisti per la democrazia. In un breve commento all'emittente satellitare
al-Arabiya, l'attivista ha inoltre criticato la nomina di un nuovo governo, che ha definito come una «semplice operazione cosmetica».