Com'era nelle previsioni, il presidente siriano Bashar al Assad ha vinto le elezioni presidenziali. Lo ha annunciato lo speaker del Parlamento, spiegando che Assad ha ottenuto l'88,07% dei voti. Secondo la commissione elettorale siriana, la partecipazione al voto è stata del 73,42%. Sui 15.8 milioni di elettori chiamati alle urne in piena guerra civile, 11.6 milioni hanno partecipato al voto, ha precisato il portavoce Maged Khadra.La rielezione di Assad arriva proprio lo stesso giorno in cui nella bozza del comunicato finale del G7, in corso a Bruxelles, secondo fonti Usa, si legge che "non c'è futuro per Assad in Siria" e si denuncia lo svolgimento di "finte elezioni" nel Paese mediorientale.
Ma le urne non hanno fermato la guerra: secondo Le Monde il regime ha continuato a fare uso di armi chimiche. Perizie su campioni trasmessi dai servizi segreti americani e inglesi alle autorità francesi non lasciano dubbi sull'uso di cloro nelle province di Hama (centro della Siria), e in particolare nel paesino di Kafr Zeita, e di Idlib (nord-ovest), due basi ribelli. Proprio in queste località si verificò l'attacco chimico dell'11 aprile scorso, su cui una nuova missione dell'Opac sta indagando sul terreno, mentre è ormai chiaro che anche la data limite del 30 giugno del piano di smaltimento delle armi chimiche siriane deciso lo scorso anno dopo la strage di Ghouta, passerà senza risultati: i siriani infatti non hannoancora consegnato le ultime 100 tonnellate necessarie a far partire la distruzione.Ma sono soprattutto le armi 'convenzionali' a mietere decine di vittime ogni giorno: oggi fino alle 20 locali, i comitati di coordinamento locali degli attivisti hanno documentato la morte di 24 persone, tra cui due donne e tre minori, ad Aleppo, nei sobborghi di Damasco e altri nelle martoriate regioni di Homs, Idlib e Hama. L'agenzia ufficiale Sana, che alle "elezioni presidenziali" ha dedicato gran parte del suo spazio, ha dato notizia dell'uccisione di "numerosi terroristi" per mano delle forze lealiste e della morte di un civile a Damasco colpito da un mortaio sparato dai miliziani anti-regime.Intanto sono emerse oggi numerose denunce di flagranti irregolarità, alcune particolarmente insolite, durante le "operazioni di voto". Dal vicino Libano dove è giunto in una visita lampo a sorpresa, il segretario di Stato Usa John Kerry ha definito il voto "senza senso" e ha invitato gli alleati di Damasco - la Russia e l'Iran - a "metter fine al conflitto". Kerry ha inoltre annunciato un nuovo stanziamento di 290 milioni di dollari per l'assistenza ai profughi siriani. Formalmente, gli aventi diritto sono stati 15 su un totale di 22 milioni di siriani, ma le autorità non hanno tenuto conto dei milioni di cittadini che hanno dovuto abbandonare le loro case in un contesto di violenza e distruzione generalizzata. Di fatto si è votato nelle zone controllate dal regime, ovvero il 40 per cento del territorio dove si concentra il 60 per cento della popolazione. E alle denunce già emerse martedì di "trasferimenti forzati di impiegati pubblici ai seggi", oggi si sono aggiunte notizie di irregolarità durante il voto: diversi cittadini hanno denunciato l'esistenza di schede diverse, con colori differenti; le telecamere dei media di regime sono 'entrate' fin dentro alle cabine elettorali; elettori che tramite carte di identitàinviate su Whatsapp sono stati 'delegati' a votare da altri cittadini.